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Titolari vendono l'azienda e donano 1 milione ai dipendenti

osla azienda magna

I titolari della Olsa, azienda italiana, hanno venduto la società a una multinazionale. Prima di andarsene hanno regalato un milione ai dipendenti.

I titolari dell’Osla di Rivoli, azienda che produceva fanali per automotive, hanno venduto la società durante l’estate del 2018 a una multinazionale canadese di componentistica, la Magna International. Inizialmente la notizia non è stata accolta di buon grado dai dipendenti, che temevano grosse ripercussioni sulla composizione del personale. Tuttavia, sembra che le intenzioni della vecchia dirigenza fossero quelle di dare lo slancio necessario all’azienda per crescere ancora di più. I dirigenti hanno concretizzato tale volontà con un premio per tutti i dipendenti. Hanno destinato un milione di europer dire grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa avventura di impresa“.

La dirigenza vende la società e ringrazia i dipendenti

Noi soci siamo tutti over 65: è venuto il momento di avviare un passaggio generazionale e di consentire all’azienda di compiere quel salto dimensionale necessario per meglio competere nel mondo. Ma non dimentichiamo i compagni di questo lungo viaggio” ha spiegato Massimo Pedrana, che ha lasciato il suo ruolo di dirigente insieme a Alberto Peyrani, Bruno Ressico ed Eugenio Bosco. “Il mondo dell’auto vive giorni di profondi cambiamenti. Il fanale è diventato un oggetto molto sofisticato. Con l’arrivo della guida autonoma i sistemi di illuminazione l’illuminazione e i led saranno decisivi. Servono grandi investimenti che solo una multinazionale può garantire” ha spiegato Pedrana.

Il ricavato dell’azienda è tra le eccellenze italiane: i guadagni superano i 285 milioni e il gruppo possiede in tutto sei stabilimenti, dei quali due si trovano in Italia e gli altri in Polonia, Brasile, Cina e Messico. La Osla entrerà ora in una multinazionale dal valore di oltre quaranta miliardi di dollari. I dipendenti non devono preoccuparsi per l’insediamento della nuova dirigenza. I sindacati hanno infatti dichiarato che “l’attuale assetto produttivo italiano verrà conservato” e prevedono “la nuova proprietà possa intraprendere nuove investimenti e nuove assunzioni“.