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"Se fai il ragù ti accoltello": condannata la figlia vegana

figlia vegana minaccia ragù

Condannata l'animalista vegana che minacciò la madre. "O smetti di fare il ragù o ti accoltello" è la frase riportata nella denuncia.

Condannata a 400 euro di risarcimento e ad una multa di altri 500 la donna vegana che aveva minacciato di morte la madre per una divergenza in cucina. Il piatto della discordia? Il tradizionale ragù all’emiliana che l’anziano genitore stava preparando prima di essere aggredita verbalmente dalla figlia, un’animalista di 48 anni.

“Ti pianto un coltello nella pancia”

I litigi tra le due erano all’ordine del giorno, come riferisce la Gazzetta di Modena. La figlia era solita accusare, rimproverare ed insultare la madre con toni parecchio accesi. Ma è stata una frase in particolare a far scattare la denuncia da parte dell’anziana: “Adesso ci penso io a farti smettere. Se non la pianti di fare il ragù, ti pianto un coltello nella pancia” avrebbe detto la 48enne. È proprio questa la frase riportata negli atti e giudicata dal giudice di pace Nadia Trifilò, a due anni di distanza dal fatto, alla stregua di una vera e propria minaccia.

Condannata per minacce

Quella dell’alimentazione vegana può senza dubbio considerarsi ben più che un semplice regime. È un credo, uno stile di vita che richiede un impegno costante e si fonda su solidi e radicati principi. Ma come ogni dottrina corre il rischio di cadere nel fanatismo. Pare che la 48enne accusata non solo avesse eliminato la carne dalla sua dieta quotidiana ma persino non volesse in alcun modo averne un contatto sensoriale, incluso quello olfattivo. Per questo motivo non appena la madre iniziava a cucinare il tipico ragù, che per ricetta prevede una cottura lenta, e la casa si riempiva dell’aroma, avveniva lo scontro, poi degenerato nell’episodio in questione. Ad avere la peggio pare che questa volta sia stata però la figlia.

La verità sull’episodio

Stando a quanto emerso, la vicenda va contestualizzata per comprendere appieno ciò che è accaduto. La figlia, 47 anni, si legge sul Fatto Quotidiano, “era dovuta tornare a vivere con la madre, dopo che aveva perso il lavoro. Una casa popolare di 70 metri quadri, con una stanza sola”. Le liti dunque riguarderebbero in primis problemi legati alla convivenza tra le due piuttosto che specifiche scelte alimentari.