> > 'Ndrangheta, condannato Vincenzo Iaquinta a 2 anni

'Ndrangheta, condannato Vincenzo Iaquinta a 2 anni

'Ndrangheta, condannato Vincenzo Iaquinta a 2 anni

Vincenzo Iaquinta è stato condannato a 2 anni per aver ceduto al padre Giuseppe delle armi, che teneva rapporti con la 'Ndrangheta.

“Mi hanno rovinato la vita perché sono calabrese”. Vincenzo Iaquinta lascia l’aula senza nemmeno ascoltare la fine della lettura del dispositivo. Il tribunale di Reggio Emilia ha condannato l’ex calciatore della Juventus a 2 anni per reati di armi, ma per lui la Direzione Distrettuale Antimafia aveva chiesto 6 anni. Insieme a lui anche il padre, Giuseppe Iaquinta, condannato a 19 anni.

La cessione delle armi

Tutto ha inizio dalle armi. Vincenzo Iaquinta è stato trovato in possesso di una Smith&Wesson calibro 357 magnum e di una pistola Kalt-tec 7,65 Browning, con anche 126 proiettili. L’ex attaccante bianconero si sarebbe difeso sostenendo di aver già denunciato regolarmente la proprietà delle armi. Il problema è emerso nella cessione delle stesse al padre Giuseppe. Proprio a lui nel 2012 è stato notificato un provvedimento della prefettura di Reggio Emilia, che gli proibisce il possesso, nonché utilizzo di armi da fuoco. Motivo? Alcune frequentazioni sospette, in particolare con figure che secondo gli inquirenti sarebbero affiliate alla ‘Ndrangheta.

Il processo Aemilia

Il 28 gennaio 2015 ha inizio il processo Aemilia, nel quale sono arrestate circa 160 persone, del territorio dell’Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto, Calabria e Sicilia. A fronte della sentenza di condanna, Vincenzo Iaquinta continua a difendere se stesso e suo padre: “Il nome ’ndrangheta non sappiamo neanche cosa sia nella nostra famiglia. Non è possibile”, ha commentato l’ex attaccante bianconero, che – come riporta La Stampa, ha aggiunto: “Io ho vinto un Mondiale e sono orgoglioso di essere calabrese. Noi non abbiamo fatto niente perché con la ’ndrangheta non c’entriamo niente”.