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La mamma di Emanuela Orlandi: "ho perdonato i rapitori"

Emanuela Orlandi

Dopo il ritrovamento di due scheletri, i familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sperano di poter finalmente avere "un corpo su cui piangere".

“In questi anni siamo stati sostenuti da una grande fede. Spero che un giorno si possa far tornare il suo corpo a casa. Spero che chi sa qualcosa ascolti, ci aiuti”. E’ questo l’ultimo appello di Maria Orlandi, mamma di Emanuela, la 15enne cittadina vaticana scomparsa misteriosamente il 22 giugno 1983 da Roma. Durante alcuni lavori di ristrutturazione lunedì 29 ottobre 2018 sono state trovate infitte ossa umane (appartenenti a due corpi) sotto il pavimento di un locale della sede della Nunziatura apostolica di via Po, a Roma. La scoperta è stata messa immediatamente in correlazione con i casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. A rendere la vicenda ancor più inquietante il fatto che l’ultima ristrutturazione di quel pavimento risalirebbe proprio al 1983, anno di scomparsa delle due giovani.

La mamma: perdono chi ha rapito Emanuela

I familiari delle due ragazze attendono l’evolversi delle indagini ed i risultati del DNA. A Il Messaggero la mamma di Emanuela Orlandi nel frattempo riflette sul rapimento della figlia: “Ho pensato al fatto che c’è gente che ha fatto una cosa bruttissima a tutti noi. Emanuela da quel giorno non la abbiamo più vista”.
“Cercano, cercano, ma cosa cercano adesso? Adesso è tardi. Dovevano cercare dall’inizio, dal giorno in cui Emanuela non tornò più a casa, qui da me” sottolinea invece al Corriere della Sera.

Maria Orlandi comunque assicura di aver perdonato chi ha provocato tanto dolore alla sua famiglia. “Si può perdonare chi ti ha fatto tanto male. – assicura – Persino queste persone malvagie che hanno distrutto la felicità di una famiglia serena, e noi eravamo una famiglia serena; forse queste persone avranno una coscienza e sicuramente sarà Dio a giudicarle e castigarle”. “Io però mi ripeto spesso: sia fatta la volontà di Dio, e con questa forza si deve andare avanti”, aggiunge.

Pietro Orlandi: resto prudente

Pietro Orlandi si chiede invece insistentemente il perché la Gendarmeria vaticana abbia subito associato i due scheletri con quelli della sorella e di Mirella Gregori. Su Facebook infine sottolinea: “Facciamo l’ipotesi che le indagini della polizia scientifica affermano che non si tratta di ossa umane che appartengono a Emanuela o Mirella, si dovrà comunque continuare ad indagare perché di certo sono ossa di due persone che sono state assassinate e poi seppellite all’interno di questa villa”.

“Se così fosse, non sarebbe la prima volta che il Vaticano viene coinvolto in uno scandalo. – afferma – Attendiamo fiduciosi l’evolversi della vicenda, sperando che questa ossa parlino in modo tale che viene fatta chiarezza su un mistero che dura oltre 35 anni”. I familiari di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori al momento sperano infatti solo di poter finalmente avere un luogo su cui piangere i loro cari, ma Pietro chiarisce: “Dopo tante docce fredde resto prudente”.