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Abusivismo edilizio in Italia, il rapporto di Legambiente

Abusivismo edilizio Italia

Il fenomeno dell'abusivismo in Italia è stato analizzato nel rapporto di Legambiente. In Campania è stato abbattuto solo il 3% degli edifici abusivi.

La piaga dell’abusivismo edilizio affligge, da sempre, il nostro Paese, ma torna a fare notizia in seguito a tragedie come quella di Casteldaccia. A settembre 2018, Legambiente ha redatto e presentato a Palermo il suo ultimo rapporto Abbatti l’abuso sul fenomeno della costruzione abusiva. Gli esperti spiegano che quando un edificio viene colpito da ordine di abbattimento deve essere demolito entro novanta giorni. Se questo non accade, diventa di proprietà del Comune, che deve poi decidere se abbatterlo o destinarlo a usi di pubblica utilità. Ma i dati dimostrano che solo raramente questa procedura viene seguita secondo il regolamento.

Abusivismo, i dati di Legambiente

Secondo il rapporto di Legambiente, sono state solo 1.850 le acquisizioni patrimoniali dei Comuni, a fronte di 57.432 abusi non demoliti. Una cifra corrispondente al 3% degli edifici che sarebbero dovuti essere abbattuti. Il panorama varia a seconda delle regioni. In quelle meridionali la situazione è drammatica. In Campania, il 97% delle case abusive costruite negli ultimi 14 anni non è stato demolito. Al secondo posto si trova la Calabria, con appena il 6% delle demolizioni effettuate. Segue la Puglia con il 16.4%.

È migliore la situazione al nord, in particolare in Friuli Venezia Giulia, dove gli abbattimenti eseguiti corrispondono al 65.1% degli abusi registrati. In Lombardia, le demolizioni arrivano al 37.3%, in Veneto al 31.5% e in Toscana al 24.8%.

Abusi edilizi

Un problema non solo economico

In molti ritengono che la mancata demolizione sia da attribuire alle difficoltà economiche in cui versano molti Comuni della penisola. Ma i dati Legambiente smentiscono questa ipotesi. Esiste infatti un Fondo per la demolizione delle opere abusive depositato nella Cassa depositi e risparmi. Di questo Fondo, solo il 55% è stato utilizzato fino al 2015. A partire dal 2004, il governo ha stanziato 50 milioni di euro a disposizione dei sindaci. Una cifra che serve per anticipare (o restituire nell’arco di cinque anni) tutte le spese. Ma è stato utilizzato solo un importo medio pari a 509 mila euro.