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Desirée drogata e uccisa con un farmaco disciolto nel vino

Desiree Mariottini farmaco

Gli esami tossicologici hanno rivelato che Desirée è stata drogata con un potente farmaco disciolto nel vino. Caccia a uno spacciatore italiano.

Desirée Mariottini è stata uccisa da un potente farmaco disciolto nel vino. Lo riferisce il Corriere della Sera, che riporta i risultati degli esami tossicologici effettuati sul corpo della ragazza uccisa a San Lorenzo. Tra le sostanze assunte dalla 16enne ci sarebbe anche il Quintiax 300, un potente antipsicotico somministrato a pazienti che soffrono di schizofrenia e disturbi bipolari. Il mix letale le ha fatto perdere conoscenza e l’ha lasciata in balìa degli aggressori.

Desirée, caccia a spacciatore italiano

Secondo diversi testimoni, il farmaco sarebbe stato fornito da Marco, uno spacciatore italiano che frequenta il quartiere. Gli inquirenti sono sulle sue tracce e stanno setacciando le farmacie della zona per risalire all’identità dell’acquirente. Per le indagini, la polizia si serve dei codici impressi sulla confezione del farmaco ritrovato accanto al corpo di Desirée.

Nella giornata del 9 novembre è previsto un incontro del Tribunale del riesame per discutere degli ultimi aggiornamenti relativi al caso. Le indagini sono coordinate dal pm Stefano Pizza e dal procuratore aggiunto Maria Monteleone. L’accusa contestata ai quattro africani arrestati è di omicidio volontario.

La testimonianza di Antonella

Tra i testimoni chiave dell’indagine c’è Antonella F., una tatuatrice di 20 anni di origine africana, amica di Desirée. La ragazza ha raccontato di aver ricevuto una chiamata dalla 16enne la mattina del 18 ottobre. La giovane le aveva chiesto di raggiungerla in via dei Lucani, dove aveva passato la notte con un ragazzo che aveva cercato di stuprarla. In molti hanno provato a dissuaderla dal parlare con la polizia “perché potevo subire conseguenze da parte degli uomini africani coinvolti nella vicenda”, ha raccontato.

Antonella e Desirée si sono conosciute quando la tatuatrice aveva regalato 10 euro alla ragazza, alla disperata ricerca di eroina. “Da quel momento sono diventata il suo punto di riferimento”, ha spiegato. “Ha cominciato a parlare con me, aprendosi e raccontandomi cose della sua vita, anche familiare. Mi ha detto che era preoccupata di tornare a casa in quanto le avevano rubato il tablet e che la responsabile del furto era una ragazza di nome Muriel, che io conosco bene”.