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Lavinio, ex operaio Fiat morto in casa: famiglia nel degrado

Il degrado della famiglia dell'operaio morto a Lavinio

Dopo aver ritrovato l'ex operaio morto, la Polizia si è scontrata con il degrado in cui viveva la famiglia. Rifiuti ovunque, figli e moglie denutriti.

Quando la Polizia ha rinvenuto il copro senza vita di un ex operaio della Fiat di sessantanove anni, non immaginava di ritrovare il resto della famiglia in un tale stato di degrado. La moglie dell’uomo e i quattro figli, di età compresa tra i sette e i nove anni, abitavano in una casa a Lavinio, frazione di Anzio, in provincia di Roma. La famiglia si era da poco trasferita in Lazio dal Piemonte, dove l’uomo aveva lavorato come operaio. A Lavinio la famiglia viveva nel completo degrado: l’interno e l’esterno della casa erano sommersi dai rifiuti, i bambini erano denutriti e vestiti di stracci.

Lavinio, morto in casa: il degrado della famiglia

La moglie trentacinquenne del pensionato ha chiamato la Polizia, disperata perché il marito era uscito di casa senza più fare ritorno né dare sua notizia. Quando la Polizia ha raggiunto l’abitazione, ha trovato l’uomo in giardino, accasciato su un tavolo, senza vita. Dopo gli iniziali sospetti, gli accertamenti hanno rivelato che il sessantanovenne è morto per cause naturali. Due giorni prima, infatti, il pensionato era stato portato in pronto soccorso per una crisi respiratorio, ma aveva rifiutato il ricovero.

Quando la Polizia è entrata nell’abitazione si è scontrata con l’alto stato di degrado in cui viveva la famiglia. La casa era fatiscente e la famiglia era sporca e denutrita. Sembra che i bambini non andassero nemmeno a scuola. Sottoposti a visita medica, è emerso che il loro stato di salute era buono, nonostante la denutrizione e i problemi cutanei dovuti alla scarsa igiene. I minori sono stati affidati dal Tribunale a strutture specializzate, mentre le indagini hanno rivelato che la famiglia si è trasferita dal Piemonte per evitare che i servizi sociali portassero i bambini lontano dai genitori.