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Sequestro della nave Aquarius: "smaltivano rifiuti infetti"

Aquarius

La Procura di Catania ha indagato 24 persone e sequestrato la nave Aquarius. L'accusa è smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. MSF replica.

“Sequestrata nave Aquarius! Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati clandestini ma, da quanto emerge, anche quello di rifiuti“. E’ questo il primo commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini alla notizia del sequestro preventivo dell’Aquarius, la nave di Sos Mediterranee e di Medici Senza Frontiere attualmente ferma nel porto di Marsiglia dopo il ritiro della bandiera da parte delle autorità panamensi. L’indagine è stata condotta in sinergia dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato, sotto il coordinamento della Procura di Catania.

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In base all’inchiesta diretta da procuratore Carmelo Zuccaro, che aveva iniziato le indagini sulle presunte complicità tra le Ong e i trafficanti di uomini, i responsabili dell’Aquarius avrebbero smaltito in maniera illecita un ammontare complessivo di 24mila chili di rifiuti pericolosi.

“Scabbia, tubercolosi, meningite, HIV, questo il variegato elenco di malattie infettive portate dai migranti soccorsi dalla Aquarius che non avrebbe smaltito come rifiuti pericolosi gli indumenti dismessi e i materiali utilizzati a bordo per il primo soccorso delle persone”, è l’accusa rivolta alle 24 persone indagate, tra cui i capimissione di Medici Senza Frontiere che hanno guidato gli equipaggi da gennaio 2017 a maggio 2018.

Gli indagati, sostengono gli inquirenti, “avrebbero avuto la consapevolezza della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio”. In questa maniera, sostiene la Procura, l’Ong avrebbe ottenuto un risparmio sullo smaltimento dei rifiuti pari a 460mila euro.

La replica di MSF

“Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti” replica Karline Klejer, responsabile delle emergenze per Medici Senza Frontiere. “È l’estremo inquietante e strumentale tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare“, denuncia quindi.

“Tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard. Le autorità competenti – viene quindi chiarito in una nota – non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando Msf ha avviato le attività in mare nel 2015″.