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Civitanova, acido in faccia alla fidanzata: "Sms ad altri"

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Altra aggressione su una donna: un rumeno, Sheval Ramadani, ha lanciato dell'acido addosso alla propria fidanzata per poi accoltellarla.

Folle il gesto di Sheval Ramadani, uomo di 32 anni proveniente dalla Romania, che ha gettato dell’acido sul volto della propria fidanzata per poi pugnalarla più volte con un grosso coltello. La giustificazione è tanto assurda quanto il gesto: “Mandava sms e selfie ad altri mentre le stavo parlando” continua l’uomo “È stato un gesto d’impeto, ho visto tutto nero“. Queste sono le dichiarazioni lasciate con il volto colmo di lacrime in un interrogatorio svolto dalle forze dell’ordine durante le indagini preliminari.

L’aggressione è avvenuta nella nella serata di sabato 17 novembre 2018 a Civitanova Marche, cittadina dell’hinterland di Macerata. La fidanzata, ballerina in un night club di trent’anni, è stata operata d’urgenza subito dopo l’aggressione e non è in pericolo di vita. La prognosi rimane comunque riservata. La donna è stata colpita da una secchiata di acido, che le ha sfiorato l’occhio sinistro, e da due pugnalate, una alla schiena e una all’addome.

Un’altra tragica e folle aggressione nei confronti di una donna provocata dalla gelosia: una piaga che sembra non potersi placare in tempi brevi. Ora il rumeno è in stato di fermo ed è accusato di tentato omicidio aggravato da futili motivi e premeditazione. Non solo, l’uomo sarà probabilmente incriminato anche per porto abusivo di armi.

Premeditazione?

L’uomo lavora come bracciante a Grosseto ed è irregolare in Italia. Sembra che il giorno prima dell’attacco alla fidanzata abbia acquistato dell’acido e questa sarebbe la prova fondamentale per la premeditazione. Il 30enne era sposato con figli in Macedonia prima di trasferirsi in Italia e di fidanzarsi con la ballerina. L’uomo non sopportava di vedere la propria donna ballare vicina ad altri uomini e voleva che si trasferisse a Grosseto insieme a lui. Fino al processo l’uomo rimarrà nel carcere di Montacuto ad Ancona.