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Festini in canonica: Don Michele nei guai

prete

Lo scandalo che ha coinvolto Don Michele De Nittis scuote ancora la comunità di Candela, raggiunta dalle telecamere di Pomeriggio 5.

La vicenda dell’ex parroco di Candela finito al centro di uno scandalo a luci rosse approda a Pomeriggio 5, programma condotto da Barbara D’Urso. Il caso era esploso nel luglio 2018 quando nel paesino in provincia di Foggia sono cominciate a circolare sui social delle foto compromettenti di Don Michele De Nittis, immortalato nudo.

Festini gay in canonica

Gli stessi scatti sarebbero stati pubblicati anche su una chat di Telegram, dal sapore erotico. “Com’è? Bello?”, si leggerebbe in uno dei messaggi, con riferimento ad un ragazzo coinvolto nei festini hard. “Sì ed è soprattutto attivo”, la risposta. “Ci sono tutta una serie di altri elementi da quali si evincerebbe come questa presunta condotta omosessuale del parroco in questione non sarebbe occasionale, bensì frutto di uno stile di vita incompatibile con la tonaca” aveva inoltre dichiarato a FoggiaToday il gigolò Francesco Mangiacapra, il quale ha consegnato un dossier in Vaticano.

A Pomeriggio Cinque interviene invece un uomo che ha conosciuto Don Michele De Nittis, oggi non più parroco di Candela perché rimosso dal Vescovo. Anche il testimone ha ricevuto le foto compromettenti del prete. “Quello che voglio che si sappia è che il paese non c’entra nulla in questa storia. – chiarisce – Io non ho mai partecipato a questi festini, conoscevo don Michele, ma avevamo diverbi su questioni liturgiche“.

Dopo lo scoppio dello scandalo in un’omelia il Vescovo aveva invitato la comunità ad evitare i pettegoezzi sui social. Dal suo blog Francesco Mangiacapra aveva però puntato il dito contro Mons. Renna perché, a suo giudizio, aveva “colpevolizzato la comunità intera accusandola di ‘aver svenduto la sua dignità e la sua vita sulla piazza’”. “Ma se la dignità svenduta a cui si riferisce il Vescovo sono le foto bollenti circolate, forse il vero fulcro del problema non è chi e perché ha diffuso queste foto, quanto piuttosto l’esistenza stessa delle foto” aveva riflettuto il gigolò.