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Nuovo ponte Morandi: in lizza Renzo Piano e Calatrava

nuovo ponte Morandi

Presentati i progetti per la costruzione del nuovo ponte di Genova, dopo il crollo del Morandi. Tra gli architetti Renzo Piano e Santiago Calatrava.

I progetti per costruire un nuovo ponte al posto del Morandi crollato il 14 agosto 2014 sono “più di dieci e meno di venti”, come comunica il sindaco di Genova nonché commissario Marco Bucci. Il 26 novembre 2018 infatti è scaduto il termine entro il quale le aziende potevano esprimere il loro interesse a partecipare alla costruzione del nuovo ponte.

Gli architetti in lizza

Il commissario straordinario alla ricostruzione non ha per il momento diffuso i nomi delle imprese che hanno risposto al bando. Stando alle prime indiscrezioni, però, a presentare un progetto sarebbe stato anche l’architetto Renzo Piano, in collaborazione con Fincantieri, Salini Impregilo e Italferr.

Il progetto dell’azienda friulana Cimolai sembra invece che si basi su quello dell’architetto e scultore spagnolo, naturalizzato svizzero, Santiago Calatrava Valls, conosciuto per il suo design organico, osservabile per esempio nelle opere realizzate nella sua Città delle Arti e delle Scienze, a Valencia.

In lizza per la ricostruzione del nuovo ponte Morandi pare anche la Todini, in mano al gruppo kazako Prime System KZ, ma anche la Italiana costruzioni.

La petizione

Intanto però sempre più genovesi chiedono di non demolire la parte del ponte Morandi rimasta in piedi. In una petizione lanciata su Change.org, che al 28 novembre 2018 ha raggiunto oltre 2mila firme, viene chiesto infatti al Governatore della Liguria Giovanni Toti e al sindaco di Genova Marco Bucci di ricostruire solo la parte crollata del ponte.

Tra i firmatari ingegneri, architetti e tecnici stradali tra cui Gabriele Camomilla, ex direttore Ricerca e Manutenzione di Autostrade per l’Italia nonché esecutore della riparazione della pila 11. Nella petizione viene sottolineato infatti che è impensabile ricostruire il ponte in un anno, come promesso dalle istituzioni, visto che “solo la demolizione richiederà realisticamente molto di più, con disagi aggiuntivi”.