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Pornoperbambini, quando la psicosi censura l'arte

Pornoperbambini

Il Santeria Social Club minacciato e costretto a cancellare il vernissage, il terrorismo psicologico del nuovo tribunale dell'inquisizione.

“Inconcepibile, inaudito, impensabile. Orrore”. Come si può definire così una mostra? Ammesso che l’arte possa provocare e indignare fino a questo punto, le parole della consigliera dem Simonetta D’Amico difficilmente si possono accettare. Pornoperbambini, rassegna artistica per adulti: niente di più chiaro, le leggerezza di chi trasforma i carri armati di Tienanmen in enormi forme falliche, lo spirito di chi trasforma Albert Einstein in un furbetto disegnatore di peni alla lavagna. Niente di più innocente, alla pari dei disegnini che si possono rimirare nei vecchi bagni di alcune scuole, o in qualche autogrill. Allora non si comprende quale sia la vera motivazione che ha spinto Santeria Social Club (noto locale di Milano) ad annullare la mostra in questione, o forse si. In che modo Pornoperbambini rappresenta una minaccia quando è la minaccia stessa, dopo la polemica, a costituire in prima istanza un problema per la tranquillità di chi svolge solamente il proprio lavoro? Un ritorno al passato al triste sapore amaro di censura. Santeria accusata di promuovere pedopornografia, immolata all’altare di un nuovo tribunale dell’inquisizione.

L’integrazione del porno non è per tutti

Dimentichiamoci del freudiano perverso e polimorfo, fase orale, fase fallica, fase anale robetta per chi ripassa su un libro di filosofia del liceo: braccia aperte al giudizio, un vernissage etichettato come blasfemo e di stampo pedofilo senza una valida motivazione. Insomma, la scomoda rappresentazione fallica della realtà di Pornoperbambini pare non debba avere alcuno spazio, l’unico privilegio è quel posto riservato in prima fila sotto una pioggia di polemiche senza partito, senza orientamento specifico, critiche da sinistra a destra, dai social, da chi come la consigliera comunale milanese Sumaya Abdel Qader, ha fatto della propria vita un monito all’integrazione senza evidentemente considerare il pluralismo dell’espressione artistica (che in questo caso è stata fatta soccombere).

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Il sesso dagli occhi di un bambino

Quale immagine potrebbe assumere la sessualità vista dagli occhi e la mente di un bambino? Una domanda semplice, ironica, che apre alla visione irriverente del porno. Siamo stati abituati per generazioni ad un’educazione sessuale costituita da tabù, il cui unico strumento di apprendimento molto spesso si è rivelato essere il video porno online. Niente di più sbagliato: osservare scene di finzione pensando fossero la realtà. Vittime inconsapevoli di una censura a monte, abbiamo preferito sorvolare piuttosto che dotare il sistema educazionale di moniti e precetti utili all’insegnamento della sessualità. Di frequente, il nostro paese non cessa di demonizzare il sesso e preferisce censurare una mostra d’arte anzichè preoccuparsi di riformare un sistema obsoleto, pericoloso.

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