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Ancona, untore di Hiv: la Polizia diffonde la sua foto

claudio pinti

Claudio Pinti sarà processato per l'accusa di lesioni gravissime e tentato omicidio. L'uomo ha avuto rapporti non protetti sapendo di avere l'hiv.

Claudio Pinti verrà processato con rito abbreviato per le accuse di lesioni gravissime e omicidio volontario. L’autotrasportatore 35enne, sieropositivo da undici anni, è accusato di aver consapevolmente contagiato l’allora compagna. La donna è morta nel giugno 2017 per una patologia tumorale connessa al virus. Pinti avrebbe contagiato anche una 40enne con cui ha avuto una relazione. Quest’ultima sarà parte civile nel giudizio, insieme ai familiari della ex compagna dell’uomo. L’udienza è fissata per il 17 gennaio, alla presenza del gup Paola Moscaroli.

L’appello della Polizia

La Polizia di Stato ha diffuso la foto di Claudio Pinti per esigenze investigative e per il rilevante interesse pubblico che potrebbe riguardare eventuali altre vittime di reato. La Squadra Mobile di Ancona sta cercando di mettersi in contatto con le donne che abbiano avuto incontri sessuali con Pinti. L’uomo
è stato arrestato dalla polizia di Ancona. Ora è detenuto in carcere a Roma. Le parti civili hanno chiesto un risarcimento danni per oltre 7,5 milioni di euro. A causa della sua professione, Pinti girava l’Italia in lungo e in largo. Le indagini parlano di oltre 200 donne infettate.

Il caso Telluto

La storia di Claudio Pinti ricorda molto il caso di Valentino Telluto. Il 32enne romano è stato accusato di aver infettato almeno trenta partner, il figlio portato in grembo da una di loro e di aver esposto al rischio di infezione altre 27 donne. L’uomo era a conoscenza della sua sieropositività, ma nonostante ciò
ha preteso rapporti non protetti.

Telluto è stato giudicato dalla III Corte d’Assise. I giudici e il presidente non hanno riconosciuto il reato di epidemia dolosa, e hanno condannato l’uomo per lesioni gravissime in 30 casi su 32. Assolto invece per i 27 casi di tentate lesioni. L’arresto era avvenuto nel dicembre 2015 con l’accusa di aver infettato
7 partner. Solo a seguito dell’indagine erano venuti alla luce gli altri casi.