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Roma, abusi su disabile: trovate foto hot dell'infermiere

ospedale

L'uomo quasi sessantenne è indagato dalla Procura di Roma con l'accusa di violenza sessuale aggravata su ragazza affetta da problemi psichiatrici.

Una giovane paziente di 19 anni era ricoverata presso la comunità terapeutica al Laurentino di Roma dopo essere sopravvissuta a un tentativo di suicidio. Una volta arrivata nella clinica, dopo qualche mese, ha stretto un forte legame con il suo infermiere. L’uomo di circa sessant’anni si presentava come il suo protettore. Ora, è accusato di aver abusato della paziente. Questo non è il primo caso di violenza del personale sanitario su qualche paziente.

Il padre della vittima e le prove sul telefono

Il primo ad accorgersi che qualcosa nel comportamento dell’infermiere non andava è stato il padre della ragazza. L’uomo ha controllato il telefono della figlia e ha scoperto la presenza di foto indecenti: sembra che l’infermiere scattasse col cellulare della vittima foto molto spinte di loro insieme.

Ovviamente il padre della ragazza ha immediatamente riferito i fatti ai vertici della comunità terapeutica per poi denunciare tutto alla Polizia. Ora l’infermiere dovrà spiegare ai giudici i messaggi, le foto e i momenti di intimità con la giovane ragazza che è visibilmente in stato confusionale.

Le indagini

L’accusa del procuratore Maria Monteleone nei confronti dell’uomo è di “la violenza sessuale aggravata, esercitata da un incaricato di pubblico servizio all’interno di una comunità e ai danni di una ragazza affetta da disturbi psichiatrici fin da bambina”.

L’uomo si sta difendendo sostenendo di non avere mai abusato della donna, ma di avere una relazione segreta con la diciannovenne. “Lei mi voleva bene. Aveva bisogno di affetto” ha detto l’uomo durante l’interrogatorio. Nella clinica dove l’uomo lavorava, nessuno si era accorto della relazione: infatti, il sessantenne incontrava la donna in macchina o nelle uscite programmate dalla comunità.

La diciannovenne ha avuto problemi psichiatrici fin dalla adolescenza. Nel 2014 fu ricoverata con la diagnosi di “psicosi delirante caratterizzata da pensieri di tipo paranoico”.