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Kenya, gli investigatori confermano: "Silvia Romano è viva"

Kenya, gli investigatori confermano: "Silvia Romano è viva"

"Silvia Romano è viva". Per gli investigatori la giovane volontaria milanese potrebbe essere venduta dai sequestratori ai terroristi di al-Shabaab.

“Silvia Romano è viva”. Gli investigatori incaricati del caso della volontaria milanese rapita in Kenya mostrano un cauto ottimismo. Non si sbilanciano sullo sviluppo delle indagini se non per affermare che per le autorità la ragazza non solo sia ancora viva, ma anche che i sequestratori, appartenenti alla bassa criminalità locale, potrebbero cercare di venderla al gruppo di terroristi di al-Shabaab.

Indagini in corso

“Lasciamo che la polizia faccia il proprio lavoro”. Bernard Leparmarai, comandante regionale, è sicuro che la giovane Silvia Romano sia ancora viva. L’uomo, riporta Fanpage, ha però sottolineato l’importanza di lasciare che le autorità possano fare il proprio lavoro e al meglio delle loro possibilità. Gli investigatori sono dietro al caso del sequestro di Silvia Romano da 22 giorni e il risultato più importante delle indagini in corso è la notizia che la giovane vittima sia ancora viva. Un sospiro di sollievo per la famiglia di Silvia Romano, ma i responsabili dell’inchiesta non vogliono sbilanciarsi di più.

Il loro è quello che si definisce un cauto ottimismo: essere positivi, ma senza giungere a conclusioni affrettate. Un atteggiamento motivato anche in virtù del fatto che i sequestratori, appartenenti potenzialmente alla piccola criminalità locale, possano pensare di fare il “colpo grosso”, offrendo dietro lauto compenso, la giovane volontaria ai terroristi di al-Shabaab.

Nascosti nella foresta

I rapitori sono nella foresta della regione di Garsen. Una fonte anonima ha rivelato al sito The Nation dove gli investigatori ritengono che possano trovarsi i sequestratori di Silvia Romano. La fonte punta il dito sulle manyatta, comunità formate da gruppi di capanne, che si trovano proprio all’interno della foresta. “Hanno difficoltà a reperire mezzi di trasporto”, riferisce l’informatore a The Nation, aggiungendo che “Due loro motociclette, recuperate dalla polizia, si sono rotte nella foresta”. Il sospetto, riferisce Fanpage, è che i rapitori stiano aspettando un clima più favorevole, anche solo un abbassamento delle temperature per riprendere il viaggio e mettersi in contatto con i terroristi e vendere la volontaria.