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Corinaldo, la lettera delle figlie di Eleonora

eleonora girolimini

Le figlie di Eleonora hanno scritto una lettera diretta alla madre morta nella calca in discoteca. "Mamma mi dispiace che sei morta".

Le due gemelle, figlie di Eleonora Girolimini, la mamma morta nella discoteca, hanno voluto lasciarle un ultimo messaggio di addio. A raccontarlo è stato il marito Paolo: “Mi hanno detto di mettere la lettera nella bara, così la mamma la leggerà per sempre”. L’uomo è disperato: “Devo essere forte, non posso stare qui a piangere tutto il giorno, ci sono quattro bambini piccoli che hanno bisogno di me“.

La lettera delle figlie

“Cara mamma, mi dispiace che sei morta“, inizia così il biglietto d’addio scritto dalle gemelline di 7 anni figlie di Eleonora, la 39enne morta nella calca della Lanterna Azzurra. La donna aveva accompagnato la figlia undicenne al concerto di Sfera Ebbasta, ma ha perso la vita insieme ad altri 5 minorenni. “Questo bigliettino d’addio l’hanno scritto le mie figlie gemelle. Mi hanno chiesto di metterlo nella bara” ha spiegato Paolo Curi, marito di Eleonora e padre dei 4 bambini rimasti orfani della mamma. L’uomo si è aperto ai microfoni del Corriere: “Non posso piangere tutto il giorno. Ci sono quattro bambini che hanno bisogno di me. Devo riprendere il filo da dove lo ha lasciate lei…Non ce la farò mai“.

Il racconto di Paolo

L’uomo ha raccontato ciò che ha vissuto in quegli istanti di panico dentro la discoteca. “Mi rivedo lì in piedi ad aspettare con mia moglie e mia figlia Gemma, la più grande, in quello che ci hanno spacciato per un concerto – dice Paolo – Gliene concediamo uno all’anno e quella era la sua serata. Biglietto da 22 euro e convocazione alle 10 di sera. Ci hanno fatto entrare alle 11 e mezza e ci hanno detto che lui sarebbe arrivato forse alle due, per fare una mezz’oretta di show. Vedevo arrivare sempre più ragazzi, il locale era strapieno. Con Eleonora ci siamo detti: ‘Ormai siamo qui, facciamole questo regalo’. Poi ho sentito quell’odore che pizzicava la gola”. Da qui in poi il racconto di Paolo corrisponde a quello degli altri testimoni: il panico, la calca e il crollo. “Eleonora e Gemma erano a un passo da me. All’improvviso una massa di ragazzi ci ha travolto e io sono stato trascinato fuori. Poi mi sono messo a cercare come un pazzo, non le vedevo più. Ho trovato Gemma che urlava e ho visto Eleonora per terra”.