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Foggia, minorenni segregate e costrette a prostituirsi

Foggia, minorenni segregate e costrette alla prostituzione

Emerge un giro di prostituzione minorile in un campo nomadi a Foggia. Una vittima: "Siccome sono incinta mi hanno ucciso di botte".

Un’inchiesta di Storie Italiane, condotto da Eleonora Danieli su Rai 1, porta alla luce un caso di prostituzione minorile a Foggia, in Puglia. Una diciassettenne, grazie all’aiuto di una donna che l’ha salvata, ha infatti denunciato alla Polizia l’esistenza di un giro di prostituzione minorile legato a un campo rom ai margini della città pugliese, a San Severo. “Era piena di sangue e incinta. Una ragazzina di diciassette anni, in quella maniera, tutta insanguinata, non potevo non salvarla” ha raccontato la testimone. La donna che ha aiutato la diciassettenne a portare alla luce il caso ha preferito rimanere anonima, per evitare potenziali ripercussioni. I fatti risalgono al periodo compreso tra marzo e settembre 2018.

Foggia, minorenni costrette a prostituirsi

Stavamo tornando a casa e c’era una ragazza di diciassette anni, incinta, che stava vicino al secchio dell’immondizia. Ha fatto segno con la mano e allora io ho fermato la macchina. Questa ragazza era tutta piena di sangue, qualche brutto ******* le aveva buttato la benzina addosso” ha raccontato la testimone. Poi ha continuato: “L’ho fatta nascondere per evitare che qualcuno venisse e potesse farle del male“.

Le indagini della Polizia

Stando alle ricostruzioni della Polizia, oltre alla diciassettenne c’erano almeno altre due vittime minorenni del giro di prostituzione clandestino. Gli inquirenti hanno ricostruito che la diciassettenne, incinta, era riuscita a fuggire “dopo esser stata selvaggiamente pestata con calci, pugni, schiaffi e cinghiate sferrati in ogni pare del corpo: sulla faccia, sulla pancia, e dietro la schiena, nonché trascinata per i capelli, facendola strisciare per terra all’interno della baracca nella quale veniva segregata“. La ragazza ha raccontato: “Siccome sono incinta e non riesco a prostituirmi mi ha ucciso di botte“. La Polizia è riuscita ad arrestare sei dei presunti responsabili delle violenze. Si tratta di nomadi di etnia rom, che vivevano stabilmente al campo di San Severo.

Sembra inoltre che gli aguzzini avessero intenzione di vendere il bambino della diciassettenne, non appena questa avesse partorito, per circa 28mila euro. “Come se fosse prassi consolidata quella di costringere le minori a prostituirsi anche durante la gravidanza e, davanti al rifiuto opposto dalle vittime, le stesse venivano percosse senza pietà da chi era preposto al loro controllo” hanno spiegato gli inquirenti.