> > "Bombe nelle chiese", arrestato 20enne somalo dell'Isis

"Bombe nelle chiese", arrestato 20enne somalo dell'Isis

"Bombe nelle chiese", arrestato 20 enne somalo dell'Isis

Le autorità di Bari hanno fermato un ragazzo somalo, che avrebbe minacciato di piazzare bombe nelle chiese italiane.

Bombe in tutte le chiese d’Italia. Il piano dell’attentato terroristico pubblicato sui social non è passato inosservato. Le autorità di Bari hanno fermato un 20enne della Somalia, con l’accusa di terrorismo internazionale. Gli investigatori sono convinti che il ragazzo fosse parte attiva all’interno della cellula somala del sedicente Stato Islamico. A tradirlo, sarebbe stata la pubblicazione di un post dove suggeriva di far brillare una bomba in tutte le chiese italiane, in particolare nella Basilica di San Pietro.

Bombe in tutte le chiese

Un membro di Daesh. Il 20enne somalo non si era mai preoccupato davvero di nascondere i suoi post di apologia degli attentati. Un’apologia che prende le mosse dall’ideale di martirio in difesa, o diffusione, della fede musulmana. Un’interpretazione – riferiscono gli esperti – estrema della Jihad, la guerra condotta “per la causa di Dio”. In virtù di questa guerra, il ragazzo ha indicato come obiettivo le chiese italiane, colpendo i luoghi di fede per eccellenza della penisola. L’inchiesta degli inquirenti è partita dal post del 20enne, che ha condiviso il suo piano con i suoi amici, presumibilmente affiliati anche loro a Daesh, ovvero, lo Stato Islamico.

Le città obiettivo

Le città che sono presenti nella lista dell’Isis sono le seguenti: Milano, Roma, Genova, Napoli, Padova, Palermo.

Attentato bloccato

Il giovane dovrà rispondere dell’accusa di terrorismo internazionale. La tensione sul tema terrorismo è sempre rimasta ad un livello molto alto, ma le cose si sono ancor più complicate a seguito di quanto è accaduto a Strasburgo. L’attentato è stato bloccato per tempo, ma le autorità garantiscono di mantenersi vigili proprio alla luce degli avvenimenti recenti. Si conferma intanto come la militanza jihadista si consolidi e si realizzi anche all’interno di un contesto apparentemente superficiale come possono essere i social network. Le forze dell’ordine, riferisce Fanpage, hanno valutato con molta attenzione i movimenti del 20enne su Facebook e – una volta accertata la pericolosità potenziale – lo hanno fermato.