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E' morto a 57 anni lo scrittore Andrea Pinketts

Andrea Pinketts

E' morto a 57 anni Andrea Pinketts, scrittore milanese leva 1961. Talento e sregolatezza, trovava ispirazione solo al bar Trottoir

Era malato da tempo per via della metastasi, se n’è andato a 57 anni Andrea Pinketts (Andrea Giovanni Pinchetti il suo vero nome), lo scrittore di gialli e noir che ha raccontato la Milano di oggi. Scriveva storie anarchiche con una prosa acrobatica, ricca di trovate lessicali. Celebre il suo protagonista-alter ego: Lazzaro Santandrea.

Pinchetti ha vinto alcuni premi letterari come il Mystfest e il Premio Scerbanenco. Ha collaborato per alcuni periodici e ha lavorato anche con la tv, per esempio con Mistero su Italia 1. Si ricordano anche le sue partecipazioni sul grande schermo, per esempio nel 1987 nel film di Carlo Vanzina “Via Montenapoleone”. Pinketts è stato pugile, fotomodello e sempre molto presente nelle vesti di opinionista di trasmissioni televisive. Per 6 anni ha scritto per la versione italiana di Playboy. Malato da tempo, si è spento all’ospedale Niguarda di Milano.

La morte di Andrea Pinketts

L’unico posto in cui poteva scrivere era il bar. Il Trottoir, per l’esattezza, locale milanese prima in corso Garibaldi poi in piazza XXIV maggio che di fatto era l’ufficio di Andrea Pinketts, scomparso giovedì 20 dicembre 2018 a Milano all’età di 57 anni. Proprio lì nel 1993 aveva fondato la “Scuola dei Duri”. Non si trattava di una vera scuola, ma un movimento che riuniva un manipolo di giallisti che volevano raccontare Milano attraverso il crimine guardando all’ hard boiled americano di Hammett e Chandler. Diceva di avere una “passione sfrenata per le cattive compagnie: la letteratura, i bar equivoci, i sigari e le donne”.

Il suo alter ego, Lazzaro Santandrea, investigatore per caso, era apparso per la prima volta nel 1991 in “Lazzaro vieni fuori”, pubblicato da Metropolis, poi in “Il vizio dell’agnello” e molti altri ancora. Nel 1996 era entrato nell’antologia di Einaudi Stile libero Gioventù cannibale, accanto a Niccolò Ammaniti, Aldo Nove, Daniele Luttazzi. Veterano della Milano da bere, per qualche anno era stato di casa al Maurizio Costanzo Show dove dispensava pillole di trasgressione con un’ironia sempre bonaria, da duro con il cuore tenero.

Quando, nel 2013, il suo amato bar venne posto sotto sequestro per inottemperanza alle norme sulla sicurezza (si ballava e si faceva rumore) lo scrittore si incatenò per riavere le sue Guinness e la sua ispirazione, che trovava soprattutto dal tardo pomeriggio a notte fonda.