> > Antonio Di Maio indagato per "deposito di rifiuti"

Antonio Di Maio indagato per "deposito di rifiuti"

Antonio Di Maio

Trovati in un terreno "scarti, residui ferrosi e pezzi di igienici". Il papà di Luigi di Maio spiega: "Non pensavo che fosse un reato ambientale".

Antonio Di Maio, il papà del leader del M5S, è stato iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di “deposito incontrollato di rifiuti”. Dopo il sopralluogo della polizia municipale in un terreno di famiglia erano stati ritrovati infatti “scarti edili, residui ferrosi e pezzi di igienici”. L’imprenditore aveva già spiegato: “Essendo la mia proprietà privata non pensavo che questo potesse essere addirittura un reato ambientale“.

Papà di Luigi di Maio nei guai

“Siamo in presenza di un‘ipotesi astratta. Il sequestro è finalizzato solo a consentire all’Arpac di stabilire se quanto rinvenuto rientri o meno nella categoria di rifiuti. Se anche fosse, la semplice rimozione determinerebbe l’estinzione automatica del reato” spiega a La Repubblica l’avvocato Saverio Campana, il legale che assiste Antonio Di Maio. Dopo il sopralluogo effettuato dalla polizia municipale di Mariglianella (Napoli), il papà del vicepremier pentastellato è stato infatti iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di “deposito incontrollato di rifiuti”. Nei terreni di famiglia sono stati difatti trovati “scarti edili, residui ferrosi e pezzi di igienici”.

Intanto, prosegue anche l’indagine sui presunti abusi edilizi di un cantiere edile a Marigliano, di cui risulterebbe direttrice dei lavori la sorella di Luigi Di Maio, Rosalba. Dopo lo scoppio dello scandalo, Antonio Di Maio ha cercato di giustificarsi spiegando su Facebook: “Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori. – precisando – Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando di attaccare ma, come ho già detto, lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla”.

“Ho certamente commesso degli errori, delle leggerezze di cui mi prendo tutta la responsabilità. E, come ho già detto, sono pronto a rispondere dei miei errori ma dovete lasciar stare la mia famiglia” chiede. “Ammetto che nel cortile avevo lasciato qualche mattone e dei sacchi con materiale edile e altre cose. Anche in questo caso, se ho sbagliato me ne assumo la responsabilità, ma essendo la mia proprietà privata non pensavo che questo potesse essere addirittura un reato ambientale” aveva quindi puntualizzato.