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Pesaro, ucciso fratello di un collaboratore di giustizia

abruzzese

Omicidio a sfondo mafioso nel marchigiano: Marcello Bruzzese è stato brutalmente ucciso da una raffica di circa 30 proiettili.

L’uomo, Marcello Bruzzese, aveva 51 anni e si trovava nelle Marche perché sottoposto a uno speciale programma di protezione. Infatti l’uomo era fratello di un ex ‘ndranghetista, diventato nel 2003 collaboratore di giustizia dopo aver tentato di uccidere il capo della cosca.

Due sono gli uomini ricercati dalle forze dell’ordine. Nel pomeriggio della giornata di Natale 2018 Bruzzese è stato ucciso da circa trenta colpi di pistola automatica calibro 9 mentre parcheggiava nel suo garage di via Bovio, una stradina del centro storico di Pesaro.

Il precedente

Bruzzese era già stato al centro di un tentato omicidio. Infatti, nel lontano luglio 1995, a Reggio Calabria, Marcello rimase ferito allo stomaco in un agguato che aveva come obiettivo primario il padre, Domenico Bruzzese, che fu appunto ucciso. Domenico Bruzzese era uno dei bracci destri di Teodoro Crea, nonché il boss di Rizziconi.

Nel 2008 era rientrato nel programma di protezione con tutta la sua famiglia. Si trasferì quindi dalla Calabria a Pesaro, dove visse per un breve periodo. Dopodiché si trasferì per tre anni in Francia, per poi ritornare nella città marchigiana. Il programma di protezione non era quelli di massima sicurezza: infatti, il nome era rimasto lo stesso e questo rendeva il rintracciamento molto più facile.

Le indagini

Le indagini delle forze dell’ordine sono tutt’ora in corso: l’omicidio sembra essere di stampo mafioso. Non vi è nessun testimone diretto. Infatti, nessuno dei vicini ha visto la scena. Essi raccontano di aver sentito dei rumori simili all’esplosione di alcuni petardi. In realtà, altro non era che il rumore dei trenta proiettili che hanno trafitto l’uomo.