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Caso Desirée, nuovi dettagli sull'omicidio: "era vergine"

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La 16enne di Cisterna di Latina, morta lo scorso 17 ottobre in seguito a violenza sessuale, sarebbe stata vergine: esclusa la presunta prostituzione.

In seguito all’autopsia sarebbero emersi nuovi dettagli sull’omicidio di Desirée Mariottini, come riporta Dagospia in un’anteprima editoriale. La 16enne di Cisterna di Latina sarebbe infatti stata vergine prima di venire vripetutamente violentata dal gruppo di immigrati clandestini presenti nello stabile abbandonato di San Lorenzo, a Roma.

Desirée, vergine prima di morire

Desirée Mariottini sarebbe stata vergine, prima di venire violentata. Questo il sorprendente dettaglio emerso in seguito all’autopsia eseguita dal medico legale sul cadavere della 16enne di Cisterna di Latina morta il 17 ottobre a Roma, nel quartiere San Lorenzo, a due passi dalla stazione Termini. Secondo l’ipotesi, l’omicidio sarebbe avvenuto dopo due giorni di atroci sevizie. Questa scoperta farebbe venire dubbi riguardo la precedente ipotesi, secondo cui l’adolescente avrebbe concesso il suo corpo in cambio di stupefacenti. Lo rivela Dagospia, in un’anteprima del servizio che uscirà sul settimanale Giallo il 2 gennaio. “Desirée Mariottini – si legge nelle prime righe dell’anteprima stampa – è deceduta a seguito di una crisi cardiocircolatoria. Inoltre, nel corso dell’esame autoptico, si è riscontrata una recentissima rottura imeneale“.

Esclusa l’ipotesi di prostituzione per droga

Secondo la ricostruzione dei fatti avvenuti nello stabile abbandonato a San Lorenzo, Desirée sarebbe stata violentata più volte. Coloro che erano presenti la terribile notte del 17 ottobre non hanno avuto alcuna pietà nei confronti della giovane ragazza. Il suo decesso ha visto accusati quattro spacciatori, immigrati clandestini nonché frequentatori abituali dell’edificio abbandonato di San Lorenzo. Sempre secondo Dagospia, “I risultati dell’autopsia hanno fatto emergere tutta la verità sulla tragica fine della povera ragazzina. E allora lo ripetiamo ancora una volta: Desirée non si è affatto concessa ai suoi aguzzini in cambio di dosi di droga. Non lo ha fatto in quei tragici giorni di ottobre e non lo aveva mai fatto prima di allora. È stata vittima della crudeltà di un branco di quattro uomini senza scrupoli”. Questi nuovi risvolti delle indagini smentiscono quindi chiunque sostenesse che la ragazza fosse disposta a tutto pur di ottenere qualche dose di droga.

Le indagini della squadra mobile e della Procura di Roma non si fermano e molto presto il cerchio intorno a tutti i responsabili della morte di Desirée sarà chiuso. Questo si augura la sua famiglia, insieme all’avvocato Valerio Masci.