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Ritrovato a Milano ragazzo autistico scomparso da 3 anni

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Senza identità ha trascorso 3 anni in una struttura milanese per disabili: finalmente il viennese Arian Seraie ha riabbracciato la sua famiglia

“Avevo la sicurezza che fosse ancora vivo, senza smettere di cercarlo, e continuando a fare appelli, non abbiamo mai smesso di sperare”. Queste le parole di Regina Schramm-Saraie, madre di Arian, il ragazzo austriaco di 25 anni, affetto da autismo, ritrovato a Milano dopo tre anni di assenza. Ha trascorso tre anni in una struttura milanese per disabili senza avere un’identità accertata (diceva di chiamarsi Antonio Gallo): finalmente è stato riconosciuto nelle foto su Internet da uno degli operatori della comunità. E così ha potuto riabbracciare la sua famiglia: mamma Regina e sua sorella Roxana sono volate in Italia appena hanno ricevuto quella telefonata che diceva “Arian è qui con noi”. Per loro si prospetta un anno migliore e colmo di gioia.

Il direttore della struttura consegna a Regina la cartella clinica con la scritta “dimesso in data 29 dicembre 2018”. Con questa anche un sacchetto di farmaci per almeno una settimana. Poi respira a fondo e dice: “Bene, anche questa è fatta, oggi sono molto felice”.

Ritrovato Arian, ragazzo autistico scomparso

Una festa per celebrare l’incontro tra il ragazzo che vive in un mondo ovattato e tutto suo e le due donne. Ad addolcire la cerimonia una torta preparata dal suo educatore Giuseppe Tamburrino. Con loro anche tutti gli altri ospiti della residenza Mater gratiae commossi. Si erano affezionati ormai a quel misterioso ragazzo dall’identità che chissà come si era inventato. Con il nome di Antonio Gallo è stato registrato come cittadino italiano bisognoso di continua assistenza. Ora torna a essere Arian Seraie, autistico con la vocazione alla fuga, un disabile spericolato e ingenuo che quel 9 novembre 2015 è sfuggito alla sorveglianza del suo educatore viennese, nel centro diurno dove trascorreva le giornate. E così se n’è andato.

Vagava Pieve Emanuele, la madre e la sorella Roxana intanto attaccavano volantini sui muri e andavano in televisione, e la polizia lo cercava, e pure l’Interpol, con una pagina Facebook a suo nome. Il volo di ritorno per tre è già stato acquistato, infermieri e pazienti chiedono ad Arian: “Tornerai a trovarci? Possiamo telefonarti?”. Ma lui risponde seriamente di no. Il ragazzo che cantava “Astronaut” è fatto così, ha chiuso un capitolo della sua vita ed è pronto ad aprirne uno nuovo al fianco della sua famiglia.