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Artigiano chiude l'azienda per avere il reddito di cittadinanza

Artigiano chiude azienda per avere reddito di cittadinanza

Un artigiano palermitano di 55 anni ha chiuso l'azienda aperta nel 2003 per lavorare in nero e avere diritto al reddito di cittadinanza.

La storia di Giuseppe, impiantista di 55 anni residente a Palermo, è quella di numerosi artigiani e imprenditori che popolano la penisola. Nel dicembre 2018 ha deciso di chiudere la propria attività per continuare a lavorare solo in nero, in attesa del reddito di cittadinanza. Ai microfoni di Repubblica, ha raccontato la sua storia e i motivi che lo hanno spinto a preferire un impiego irregolare. “Io ho un’azienda nata nel 2003. Fino al 2012 le cose andavano bene. Nel 2012 ho cominciato ad avere dei grossi problemi e ho dovuto cominciare a licenziare il personale”, ha dichiarato Giuseppe. “Fino ad arrivare, oggi, a decidere di chiudere l’azienda perché non ce la faccio più“.

Chiude l’azienda e lavora in nero

Quando ha saputo del reddito di cittadinanza, Giuseppe ha scelto di chiudere la propria partita IVA per poter fare richiesta. “A me non interessano i soldi del reddito, mi interessa che il governo mi trovi un lavoro. Se poi ci sono anche questi 780 euro ben vengano, ma se non ci sono non mi interessano più di tanto”. Alla giornalista di Repubblica, l’artigiano racconta di aver inviato il curriculum a più di 2000 datori di lavoro per trovare un impiego come dipendente. Ma nessuno è stato in grado di offrirgli un impiego retribuito con più di 500 euro al mese. “Non nego che 780 euro al mese potrebbero farmi comodo”, ammette. “Ma mi farebbe più comodo un lavoro. All’età di 55 anni non ci sono molte aziende disposte ad assumermi”. In questo periodo di transizione, Giuseppe ha ammesso di continuare a lavorare in nero. “Penso che siamo in molti a farlo. Come me, ci sono tanti altri miei colleghi che non ce la fanno”.