> > Concordia, la ripartenza dell'Isola del Giglio dopo la tragedia

Concordia, la ripartenza dell'Isola del Giglio dopo la tragedia

Concordia, la ripartenza dell'Isola del Giglio dopo la tragedia

L'Isola del Giglio si propone come modello di "ripartenza" dopo la tragedia. Il sindaco: "Che la nostra esperienza venga presa come esempio".

Il 13 gennaio ricorre un triste anniversario per l‘Isola del Giglio e l’Italia. In tale data, infatti, nel 2012 la nave Costa Concordia si è scontrata sugli scogli al largo dell’Isola del Giglio, nell’arcipelago Toscano. In occasione dell’anniversario il sindaco Sergio Ortelli, propone l’isola come modello di “ripartenza“. Come riporta l’Ansa, una ricostruzione dopo una tragedia simile dovrebbe essere presa a esempio per “trarre un insegnamento positivo, applicabile anche in altri contesti. Ovviamente senza con questo dimenticare i 32 morti del naufragio e le sofferenze inferte agli altri passeggeri, alla popolazione e all’ambiente“.

Isola del Giglio, la ricostruzione dopo la tragedia

Vorrei che la nostra esperienza di gigliesi sia messa a disposizione di altre tragedie, di altri eventi avversi che colpiscono altri territori” ha dichiarato Ortelli. Sull’isola del Giglio infatti, si è già dato il via alle ultime operazioni di ripristino ambientale definitivo dei fondali sfregiati dalla nave e alla reintroduzione di colonie di posidonie, piante acquatiche scomparse dopo lo schianto della Costa Concordia.

Nel ricordare le vittime della vicenda, per cui è prevista una commemorazione domenica 13 gennaio alle 21.45, il sindaco ha voluto sottolineare l’importanza della capacità di ricostruire il futuro dell’isola dimostrata dai suoi abitanti. La volontà di “riscatto del Paese” ha permesso di “risolvere una vicenda che non era certo semplice, con un danno di immagine globale che poi abbiamo recuperato grazie a tutti gli interventi attuati, dalla messa in sicurezza ambientale, al progetto di parbuckling, allo smantellamento della nave“.

Tutto questo, ha spiegato il sindaco, è stato possibile grazie a “un rapporto tra il pubblico e il privato che è stato un modello e andrebbe replicato“. Ortelli ha continuato: “Dico questo pensando a luoghi dove avvengono disastri, anche terremoti che però non hanno nessuna causa umana. Credevo che lo stesso metodo venisse usato dopo il crollo di ponte Morandi a Genova. Invece osservo che la grande azienda privata concessionaria è stata messa da parte. Avrebbero invece dovuto agire come abbiamo fatto noi con Costa, mentre il ‘pubblico’ vigilava su procedure e progetti stabiliti. Così al Giglio la quiete sta tornando dopo la tempesta“.