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Meningite, la mamma di Federico "Non l'ho fatto vaccinare"

Federico, morto a 15 anni di meningite

"Non era vaccinato, spero che la sua morte non sia vana": a parlare è la mamma di Federico, il 15enne romano morto di meningite.

Federico Galluccio è morto a soli 15 anni per una sepsi causata dal batterio della meningite. Si è spento nel reparto di Terapia Intensiva del policlinico Umberto I di Roma, a pochi giorni dal suo 16esimo compleanno. La madre, Valeria Rossomanno, intervistata dal Messaggero, ha raccontato che il ragazzo era stato vaccinato contro un solo ceppo della malattia: “Lo avevo vaccinato quando era ancora piccolo per il meningococco B. Adesso che era adolescente non abbiamo pensato agli altri tipi di vaccinazioni consigliate. Ma spero che la sua morte non sia vana e che i genitori seguano i consigli dei medici anche sulle vaccinazioni non obbligatorie“.

Federico, morto a 15 anni per meningite

La vita di Valeria è cambiata nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 gennaio. “Nel pomeriggio Federico era uscito con i suoi amici”, ricorda la donna. “Sono andata a prenderlo poco prima di cena e siamo tornati a casa. Stava bene, non aveva nulla. Poi, però, al mattino presto, intorno alle 5.30, mi ha svegliato perché si sentiva male, aveva la febbre molto alta“. Inizialmente la madre ha attribuito l’alta temperatura a una comune influenza e gli ha somministrato degli antipiretici, “però la febbre non passava. Intorno all’ora di pranzo ha iniziato a coprirsi di macchie. Con il papà, abbiamo deciso di portarlo in ospedale. Eravamo spaventati, così invece di aspettare l’ambulanza lo abbiamo portato noi”. Non appena ha raggiunto l’Umberto I, il ragazzo è stato ricoverato d’urgenza.

Prima che lo portassero in Terapia Intensiva “sono riuscita solo a dirgli ‘ciao Pippi’“, ricorda la madre. “Era su una sedia a rotelle, è scomparso dietro una porta e l’ho riabbracciato quando ormai era troppo tardi. I medici ci hanno detto che era molto grave, che si trattava di meningite. Non riesco a darmi pace. Era un figlio eccezionale, un ragazzo dall’anima pulita. Amava tanto quella scuola”, quell’istituto alberghiero immediatamente sottoposto profilassi per evitare il contagio. “Frequentava la società Atletico Talenti, era un ginnasta molto bravo. Era la mia ragione di vita perché mi dava consigli, vedeva il mondo con purezza”.