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"Forza Etna" su Facebook, leghista assolta per ignoranza

"Forza Etna" su Facebook, leghista assolta per ignoranza

Donatella Galli è stata assolta dai giudici, dopo la condanna in primo grado per aver augurato una catastrofe naturale all'Italia centro-meridionale.

Assolta per aver alimentato un luogo comune “intriso di ignoranza”. L’ex consigliera provinciale di Monza, Donatella Galli è finita davanti a un tribunale per aver scritto nel 2012 su Facebook un post in cui si augurava che i vulcani Etna, Vesuvio e Marsili provocassero una catastrofe naturale, capace di inghiottire lo stivale italiano dalla regione del Lazio in giù. L’avvocato Angelo Pisani ha accusato la donna di propaganda e di “discriminazione razziale”, cosa che le è valsa la condanna in primo grado a 20 giorni di reclusione, emessa nel Novembre 2018. I giudici hanno infine deciso di assolvere l’ex consigliera leghista, reputando il post come un “individuale e soggettivo contributo” per alimentare un luogo comune ignorante, non dissimile da quello che si legge negli striscioni degli stadi.

“Forza Etna” su Facebook

“Forza Etna, forza Vesuvio e forza Marsili”. Secondo i giudici, la leghista Donatella Galli avrebbe scritto il post di augurio di una catastrofe naturale capace di inabissare l’Italia centro-meridionale commentando una foto. L’ex consigliera provinciale avrebbe messo un like a un’immagine precedentemente postata, raffigurante lo stivale italiano “dimezzato”, per poi scrivere un messaggio di incoraggiamento ai vulcani del centro sud: l’Etna, il Vesuvio e il Marsili. Come riferito dal Fatto Quotidiano, per questo commento l’avvocato Angelo Pisani – presidente dell’Ottava Municipalità di Napoli – ha denunciato la donna, sottoposta a processo a partire da Ottobre 2015.

Assolta per ignoranza

Inizialmente i giudici hanno condannato in primo grado la donna a 20 giorni di reclusione, con sentenza emessa nel Novembre 2018. Alla luce di nuove considerazioni, però, il giudizio della Magistratura è cambiato, proponendo l’assoluzione. Motivo? Non si sarebbe trattato di propaganda o di discriminazione razziale, ma di ignoranza. Per i giudici, Donatella Galli avrebbe scritto il post solo per commentare una foto, dando così un contributo “individuale e soggettivo” a un luogo comune ignorante, per nulla diverso dai commenti che si sentono nei cori da stadio, nel corso delle partite di calcio.