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Catania, la storia di Laura: accoltellata nel sonno dal padre

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Roberto Russo aveva organizzato tutto: “una sorta di ultima cena con i quattro figli" e poi l'omicidio di Laura durante la notte.

Tutto accadde a Catania nel lontano 2014: nel pieno della notte il padre di Laura, Roberto Russo, ha preso un coltello da cucina ed ha accoltellato violentemente la piccola Lauretta uccidendola a sangue freddo. L’uomo, non ancora soddisfatto, ha cercato di uccidere anche l’altra figlia, Marika. Non riuscendo a portare a fondo il suo obiettivo grazie all’intervento degli altri due figli, l’uomo ha poi tentato invano il suicidio.

Cara Gio, io ti amavo e non c’era bisogno di farmi passare tutto questo, bastava solo perdonarmi: mi hai portato a fare quello che ho fatto, cioè alla follia“: queste sono le parole scritte da Russo in una lettera indirizzata alla moglie, Giovanna Zizzo. La colpa, infatti, secondo l’uomo, sarebbe totalmente da imputare alla madre della vittima, rea di averlo allontanato dalla famiglia a causa di una relazione extraconiugale con un’altra donna.

Tutto studiato e organizzato

Secondo la Procura l’uomo avrebbe studiato a tavolino il crimine commesso. L’omicidio, infatti, sarebbe stato “preordinato”: l’uomo ha utilizzato “coltelli non a portata di mano ma ben nascosti in cucina ed organizzato una sorta di ultima cena con tutti i figli“.

Secondo le ricostruzioni Russo, durante la serata del 21 agosto 2014, quella che ha preceduto la notte dell’omicidio, ha portato tutti e quattro i suoi figli a mangiare fuori, per l’ultima volta tutti insieme.

La paura della moglie

Aveva calcolato tutto, altro che omicidio d’impeto. Adesso chiedo a gran voce che sconti davvero l’ergastolo, non vorrei che i miei figli tra qualche anno lo incontrino per strada, a pochi chilometri da casa. Devo tutelarli, l’ho già detto al Ministro Bonafedede, voglio la certezza della pena“. Queste sono le parole di Giovanna Zizzo, madre di Laura e moglie di Roberto Russo, rilasciate in un’intervista a Fanpage.it.

Inoltre, la donna ha confessato di avere ricevuto diverse lettere scritte da Russo indirizzate ai figli, nelle quali chiedeva scusa per non avere spedito alcun regalo di compleanno. “Voleva punire me ma non ha avuto il coraggio di colpirmi. Se l’è presa con la mia bambina che, adesso, nessuno mi ridà indietro Lauretta, dammi il coraggio di continuare a lottare nel tuo nome” ha continuato la donna.