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Bomba inesplosa ad Ancona: evacuate 12mila persone

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Attivate le operazioni di disinnesco di un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale, trovato ad Ancona. Evacuati 12mila residenti

Migliaia di cittadini svegli all’alba di domenica 20 gennaio. Sono stati allarmati dal suono delle sirene provenienti dalle auto della polizia municipale per le operazioni di disinnesco di un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale rinvenuto lo scorso ottobre nella zona tra il quartiere Archi e la Stazione ferroviaria ad Ancona. Pare che la bomba inesplosa fosse ancora funzionante.

Ancona, bomba inesplosa e funzionante

Quattro i quartieri coinvolti e 12mila i residenti che devono lasciare le loro case. Molti, seguendo l’invito delle autorità, si sono allontanati con i propri mezzi giò nella giornata di sabato 19 gennaio. Per gli altri le operazioni di evacuazione si stanno svolgendo senza problemi, con il supporto di volontari dela Protezione civile e dell’Associazione nazionale Carabinieri.

Le operazioni dureranno fino alle 19: qualcuno trascorrerà la giornata altrove, il resto in tre centri di accoglienza. Chiusa nel frattempo la stazione ferroviaria della città, l’area più vicina al punto del ritrovamento.

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Il disinnesco della bomba

L’assessore alla protezione civile Stefano Foresi e il comandante della polizia municipale Liliana Rovaldi stanno girando per le strade. La polizia municipale controlla nei palazzi più vicini alla zona delle operazioni per verificare che non ci sia rimasto nessuno o sollecitare l’allontamento

La zona rossa sarà sorvolata da due droni dei vigili del fuoco di Ascoli Piceno. Prevista anche una presenza massiccia delle forze dell’ordine per evitare atti di sciacallaggio. Nella zona sono sopraggiunte anche le ambulanze della Croce Gialle e della Croce Rossa per eventuali emergenze e necessità di ogni tipo. I soccorritori potranno aiutare chiunque avesse difficoltà di movimento. Le imbarcazioni sono state spostate gradualmente al Porto Antico.

Secondo David Piccini, dirigente della protezione civile regionale, circa 200 persone si trovano ora al Palarossini, il più grande dei centri di accoglienza. “Ma abbiamo saputo che alcuni gruppi si sono organizzati. Per esempio la comunità bengalese si radunerà al Palabrasili, si porteranno da mangiare e staranno lì”, ha fatto sapere.

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