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I nomi di 30 terroristi sul tavolo di Salvini: 14 sono in Francia

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Il capo del Viminale chiederà la collaborazione di Parigi e si è detto pronto a volare Oltralpe per incontrare il presidente Macron.

Sono 30 i nomi dei terroristi latitanti – 27 di sinistra e 3 di destra – giunti sulla scrivania del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. A quanto si apprende da fonti del Viminale, si tratterebbe dell’elenco aggiornato che intelligence e forze dell’ordine avrebbero rielaborato dopo l’arresto di Cesare Battisti. Di questi trenta, 14 sono localizzati in Francia. L’obiettivo del governo è quello di assicurarli alla giustizia italiana e per questo, come assicurano le stesse fonti, sarebbe “pronto a passi ufficiali per chiedere la collaborazione ai Paesi che stanno ospitando i latitanti. A partire da Parigi”. Salvini, riporta Il Messaggero, si è detto pronto ad andare Oltralpe per incontrare Macron.

Verso Parigi

L’arresto in Bolivia dell’esponente di punta dei Pac aveva già acceso i riflettori sul lungo elenco di terroristi ancora ricercati e latitanti. Molti si trovano in Francia, dove la dottrina Mitterand, politica d’asilo varata dall’omonimo presidente francese, ha rappresentato fin dagli anni 80 un sicuro riparo per tutti gli attivisti della sinistra rivoluzionaria italiana fuggiti dalla legislazione penale d’emergenza di quei cosiddetti anni di piombo. Dottrina già abbandonata dalla Francia nel 2002 con la firma del decreto sull’estradizione dell’ex brigatista Marina Petrella – poi bloccato da Sarkozy per motivi umanitari – che ora torna a far discutere. Tra le primule rosse fuggite Oltralpe ci sono Giorgio Pietrostefani, fondatore di Lotta Continua e condannato per la morte del commissario Calabresi, Sergio Tornaghi, brigatista della colonna milanese condannato all’ergastolo per l’omicidio del maresciallo Francesco di Cataldo. E ancora Simonetta Giorgieri, leader delle Br toscane, condannata all’ergastolo per l’omicidio Moro, Narciso Manenti, membro di Guerriglia proletaria accusato di essere a capo del commando che uccise un carabiniere ed Enrico Villimburgo, brigatista condannato all’ergastolo nell’ambito nel processo Moro e per gli omicidi Bachelet, Minervini e Galvaligi.

Non solo in Francia

Ma anche Nicaragua, Argentina, Cuba, Algeria, Libia, Angola, tra i Paesi che le autorità italiane intendono sollecitare per favorire l’estradizione dei “latitanti politici” italiani. Tra gli ex brigatisti che hanno trovato riparo in Sud America spiccano per importanza Alessio Casimirri, condannato per il sequesto Moro e, secondo le ultime notizie, riparatosi in Nicaragua, dove avrebbe acquisito la cittadinanza e gestirebbe un ristorante. In Nicaragua anche Manlio Grillo, ricercato per il rogo di Primavalle – in cui perirono i fratelli Mattei – insieme all’ex compagno di Potere Operaio Achille Lollo, che si troverebbe invece in Brasile. Nell’ambito del terrorismo stragista dell’estrema destra, uno dei latitanti di punta è stato fino al 2010 Delfo Zorzi, militante di Ordine Nuovo, condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di Piazza Fontana ma poi assolto in appello. Nel 1989 è diventato cittadino giapponese con il nome di Roi Hagen bloccando ogni tentativo di estradizione.