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Bimbo ucciso a Napoli, il patrigno si difende "È caduto dalle scale"

Bimbo ucciso a Napoli, il patrigno si difende

Il patrigno del bimbo di 7 anni picchiato e ucciso a Cardito ha ammesso le percosse ma negato l'accusa di omicidio volontario.

Continua l’indagine della polizia di Napoli per ricostruire la dinamica della morte del bimbo di 7 anni ucciso in casa a Cardito, in via Marconi. La Procura del capoluogo campano ha formulato un’accusa di omicidio volontario aggravato nei confronti di Tony Essobti Badre, il compagno 24enne della madre della piccola vittima. L’uomo è stato interrogato dagli agenti della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Napoli nel commissariato di Afragola. Ha ammesso di aver picchiato il bambino e la sorella, ma ha negato l’accusa di omicidio. Secondo la versione riportata dal 24enne, il bambino sarebbe morto in seguito a una caduta dalle scale.

Bambini aggrediti dal patrigno

Terminato l’interrogatorio, la Procura ha confermato il fermo e ha trasferito Badre al carcere di Poggioreale. Il magistrato ha inoltre disposto l’autopsia sul corpo del bimbo, al fine di stabilire con assoluta certezza la natura delle lesioni che hanno portato al decesso. La sorella, gravemente ferita, è stata inizialmente ricoverata nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Santobono di Napoli e poi trasferita al Cardarelli. Gli inquirenti si sono messi immediatamente in contatto con lei per ascoltare la sua testimonianza e ricostruire la dinamica dell’aggressione. La bambina ha raccontato agli agenti di essere stata picchiata dal patrigno. Badre si sarebbe scagliato sui due minori, figli di una precedente relazione della compagna, armato di un manico di scopa. Poi sarebbe uscito di casa, dove è tornato solo la mattina successiva.

La madre ha riferito di non essere stata presente al momento dell’aggressione. “Tony mi ha raccontato che i piccoli erano caduti per le scale”, ha raccontato alla polizia. Permangono inoltre i dubbi circa una sedicente zia dei bambini che, secondo quanto riportato dal Messaggero, si sarebbe presentata all’ospedale Santobono chiedendo della nipote ferita. La donna “è stata allontanata e interrogata dalla polizia”, ha spiegato il primario Vincenzo Tipo.