> > Catania, terremoto di magnitudo 3.4 sull'Etna

Catania, terremoto di magnitudo 3.4 sull'Etna

Etna, terremoto in provincia di Catania

Un terremoto di magnitudo 3.4 è stato registrato alle pendici dell'Etna ed è stato avvertito in diversi Comuni della provincia di Catania.

Torna a tremare la terra alle pendici dell’Etna. Un terremoto di magnitudo 3.4 è stato registrato alle ore 12.54 sul vulcano siciliano, in provincia di Catania. La notizia è stata diffusa dall’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). Gli esperti hanno dichiarato che l’epicentro si trova a un solo chilometro da Ragalna. L’ipocentro del sisma è stato localizzato a 4 chilometri di profondità: una scossa, dunque, estremamente superficiale, che è stata chiaramente avvertita dagli abitanti del capoluogo, Catania, e in molti altri Comuni della provincia. La maggior parte delle segnalazioni è arrivata dalle località costiere, tra cui Giarre e Acireale. Al momento le autorità non hanno segnalato danni a persone e cose.

Catania, terremoto e delocalizzazione

Dopo il terremoto che il 26 dicembre 2018 ha colpito diversi Comuni della provincia di Catania, i cittadini che vivono alle pendici dell’Etna stanno organizzando la ricostruzione. In alcuni casi, si tratta di una vera e propria rinascita. Come nel caso di Fleri, che il governo ha proposto di “chiudere” e “spostare” in una new town a poca distanza. I suoi abitanti si dovrebbero trasferire in quella che oggi è Zafferana, uno dei Comuni situati proprio sulla faglia estremamente sismica. La delocalizzazione, al momento, resta solamente un’ipotesi, non ancora discussa in via ufficiale nelle aule del Parlamento e ai vertici di governo.

Le critiche

La senatrice del M5S, Tiziana Drago, ha sottolineato come “in altre situazioni post terremoto, la delocalizzazione è sempre un’ipotesi che si tiene in considerazione”. Salvatore Scalia, ex procuratore di Catania e attuale presidente di un Comitato cittadino nato proprio a Zafferana, non ha nascosto la propria perplessità circa il progetto. “Se demoralizzare è una scelta che riguarda singole costruzioni è un paio di maniche. Se si parla di delocalizzazione di un intero paese cambia tutto. Penso che la gente del posto vedrebbe malissimo una cosa del genere”, ha commentato Scalia. “Spostare un intero paese significa lasciare la gente per strada per almeno un decennio“.