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Sentenze "pilotate": arresti per corruzione al Consiglio di Stato

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Uno dei provvedimenti per corruzione riguarda il giudice Raffaele Maria De Lipsis, ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano.

Sono in corso misure di arresti domiciliari e perquisizioni in seno al Consiglio di Stato. I provvedimenti nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su un giro di tangenti a Palazzo Spada e al Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia. Come rende noto la Repubblica, uno degli ordini di custodia cautelare riguarda l’ex presidente del Consiglio di Giustizia Amministrativa siciliano, Raffaele Maria De Lipsis, che è accusato di corruzione. L’ex magistrato avrebbe intascato una tangente per pilotare una delle sentenze che coinvolgevano come controparte alcuni clienti dell’avvocato Pietro Amara. Con lui salgono a tre i giudici del Cga siciliano finiti agli arresti nel corso dell’inchiesta. A luglio toccò a Giuseppe Mineo, anche lui accusato di corruzione in atti giudiziari.

L’inchiesta

Un’indagine che è nata dopo l’arresto di Pietro Amara, l’avvocato siciliano finito in manette un anno fa con le “accuse di associazione a delinquere per la commissione di reati quali il falso e la corruzione in atti giudiziari”. Insieme a lui arrestato anche Giuseppe Calafiore, suo socio di studio. Dopo le loro dichiarazioni, diversi sono gli ex magistrati finiti nel mirino degli inquirenti. Uno di questi era l’ex giudice del Consiglio di Stato, Riccardo Virgilio, accusato di aver pilotato sentenze. Ora è la volta di De Lipsis. Il suo nome, del resto, fu uno dei primi ad emergere in corso d’inchiesta: da oltre un anno i pm di Roma e Messina indagano sulle sue sentenze aggiustate nell’ambito della giustizia amministrativa (a cominciare da quelle sul contenzioso della Opena land di Siracusa). Secondo chi indaga l’ex giudice sarebbe stato tra quelli a cui Amara e il suo socio di studio ricorrevano in favore dei loro assistiti.