> > Napoli, in attesa al pronto soccorso per 6 ore: morto 72enne

Napoli, in attesa al pronto soccorso per 6 ore: morto 72enne

Napoli, in attesa al pronto soccorso per 6 ore: morto 72enne

Un signore di 72 anni è morto all'ospedale di Napoli dopo aver trascorso 6 ore in sala d'attesa al pronto soccorso. L'uomo era un codice rosso.

In attesa per 6 ore al pronto soccorso. Un signore di 72 anni è morto all’ospedale di Napoli perché non visitato tempestivamente dal personale medico della struttura. L’ambulanza lo aveva trasportato al pronto soccorso in codice rosso, ma i tempi di attesa sarebbero stati per lui fatali. Come riferisce l’Ansa, sulla vicenda la polizia ha aperto un’indagine per accertare le effettive responsabilità e la dinamica dell’accaduto. In parallelo, anche la direzione dell’ospedale avvierà un’inchiesta.

In attesa per 6 ore

“Non si può tenere una persona 6 ore ad aspettare“. Sulla vicenda, il figlio del 72enne ha solo parole amare. Su quanto è accaduto al padre, l’uomo punta il dito contro il personale medico, che – a suo dire – non avrebbe fatto nulla: “Non hanno fatto niente per evitarlo”. Eppure, alcune fonti vicine all’Ansa avrebbero confermato che il paziente era stato portato in ospedale 3 giorni prima. I medici che lo hanno visitato sarebbero stati pronti a dare disposizione per un ricovero, ma il paziente avrebbe rifiutato. Una ricostruzione che si pone in contrasto con quanto riferito in sede di denuncia dai famigliari della vittima. Agli investigatori i parenti del 72enne hanno raccontato che avevano portato l’uomo in ospedale 3 giorni prima, ma che i medici avrebbero deciso lo stesso di dimetterlo.

Precedente a Sassari

Quanto accaduto a Napoli richiama direttamente un caso analogo a Sassari. Secondo quanto riferisce il sito di La Nuova Sardegna, il 14 Ottobre 2017, una signora di 73 anni è morta perché lasciata ad aspettare per 6 ore da personale medico. Sulla vicenda è stato intervistato il marito, che ha accusato il personale medico di una cattiva valutazione delle condizioni effettive della moglie, a cui era stato assegnato un codice verde: “Potevano salvarla. Bastava solo che la visitassero un po’ prima. O che almeno qualcuno si avvicinasse. Che mi desse ascolto. Ma ripetevano che era un codice verde. Che c’erano delle urgenze. Abbiamo aspettato troppo in quella sala d’attesa. E lei non ce l’ha fatta”.

Per i dirigenti della struttura ospedaliera, la valutazione sarebbe stata condotta con assoluto rigore e puntualità, mentre la morte della donna rientrerebbe nella casistica della fatalità, dovuta alla “consapevolezza dei limiti dell’intervento medico, di fronte a gravi e complesse malattie croniche”.