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Morto Emilio Randacio, cronista di giudiziaria de La Stampa

Emilio Randacio

Avrebbe compiuto 50 anni Emilio Randacio, giornalista della redazione milanese de La Stampa. E' stato trovato senza vita nella sua abitazione

I colleghi lo hanno chiamato ininterrottamente senza ottenere risposta. E’ così scattato l’allarme, che ha permesso ai vigili del fuoco di ritrovare Emilio Randacio, celeberrimo giornalista di giudiziaria de La Stampa, ormai senza vita nella sua abitazione.

La morte di Emilio Randacio

E’ scomparso improvvisamente Emilio Randacio, probabilmente colpito da un malore, forse stroncato da un infarto. Cronista di giudiziaria, ogni mattino alle 9 si presentava in Tribunale. Lo aspettavano anche in quel fatidico mercoledì 13 febbraio. I colleghi de La Stampa (per cui il giornalista lavorava nella sede milanese) descrivono di Randacio: “Il suo passo lungo, la capacità di parlare con tutti dopo aver macinato chilometri per oltre vent’anni in quelle aule e quegli uffici che conosceva come le sue tasche e che per lui non avevano segreti”.

Aveva cominciato vincendo il concorso alla Scuola di Giornalismo Ifg di Milano, poi era stato in cronaca all’Avvenire dove aveva iniziato a frequentare il Palazzo di Giustizia a metà degli anni Novanta. Dopo un decennio a La Repubblica, era approdato da solo 15 mesi presso il giornale torinese. Sono suoi tutti i casi più importanti di cronaca giudiziaria degli ultimi vent’anni.

Savonese di Albisola, appena poteva scappava nella sua amata terra ligure. Lì lo aspettava il suo magnifico cane lupo con cui amava fare lunghe passeggiate nei boschi a caccia di funghi.

Il ricordo dei colleghi

Piuttosto recentemente si era cimentato in una delle sue inchieste giornalistiche più delicate, quella sui servizi segreti italiani. Da questa indagine ne trarrà un libro, intitolato “Una vita da spia”.

I colleghi raccontano che il giorno prima della sua improvvisa scomparsa aveva detto mentre usciva dal giornale con la sua borsa a tracolla e la sciarpona: “Domani sono in Tribunale. Ci sentiamo in mattinata e ci vediamo”. E ancora: “Con uno dei suoi sorrisi e la cadenza ligure a cui teneva moltissimo, ci ha lasciato come faceva ogni volta con quella frase che era il suo marchio di fabbrica per chiudere la giornata: “Felice sera”.