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Maltrattamenti in un asilo di Palermo "Ti svito la testa, scemo"

Palermo, maltrattamenti all'asilo

Sei maestre sono state iscritte nel registro degli indagati per violenze e maltrattamenti a danno di bambini dell'asilo a Borgetto.

Quello che è emerso dalle indagini dei Carabinieri di Palermo è un quadro di violenze e maltrattamenti a danno di bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni. Secondo quanto si apprende da Fanpage, sei maestre di un asilo di Borgetto sono state iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di maltrattamenti. Tra le giovanissime vittime ci sarebbe anche un bambino disabile. Tre delle educatrici, tutte di età compresa tra i 36 e i 53 anni, sono state sospese dall’insegnamento. La scuola non ha invece preso alcun provvedimento nei confronti delle altre insegnanti. La diversità di trattamento, a detta degli inquirenti, è dovuta al fatto che, nel caso delle maestre non sospese, la violenza era ingiustificata ma non sistematica.

L’asilo degli orrori

I Carabinieri del capoluogo siciliano hanno aperto un’inchiesta, nella primavera del 2018, in seguito alla segnalazione della mamma di uno dei bambini, che aveva notato degli ematomi sul corpo del figlio. Davanti alla richiesta di spiegazioni, il bimbo ha dichiarato: “È stata la maestra“. La madre si è allora rivolta alle forze dell’ordine, che hanno installato telecamere nascoste nell’edificio. Le immagini hanno mostrato “imprescindibili elementi di valutazione”. All’interno dell’asilo regnava “un clima di vessatoria prevaricazione in danno dei minori”, hanno dichiarato gli inquirenti. Le insegnanti infliggevano agli alunni “sofferenze fisiche e morali tali da rendere per questi ultimi abitualmente mortificante e intollerabile la frequentazione della scuola materna”.

Bambini maltrattati a Palermo

Le insegnanti li aggredivano con “schiaffi, calci e spinte al corpo e al volto, nonché afferrandoli per le braccia e per le orecchie e trascinandoli per le aule”. I bambini venivano costretti “con la forza a stare seduti e in silenzio”. Non mancavano, però, neppure gli insulti e le minacce. Tra i maltrattamenti testimoniati dalle telecamere, figurano parole come: “Ti svito la testa“, “Ti faccio cadere i denti“, “Io veramente a qualcuno lo ammazzo” e “Ma sei scemo?”.