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Vercelli, casa di riposo: anziano legato e con le larve nei tubi

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Legato al letto e costretto a respirare larve di mosca. I figli accusano la Casa di Riposo per la morte del loro padre.

Ha vissuto gli ultimi giorni di vita in condizioni pessime, respirando larve di mosca e rimanendo legato al letto. E’ quanto raccontato da Massimiliano e Maria, figli del defunto Giovanni Battista Donadoni, contro la Casa di Riposo in cui era assistito loro padre a Borgo d’Ale, in provincia di Vercelli.

Massimiliano e Maria hanno voluto raccontare tutto al programma di Rai 1, condotto da Eleonora Daniele, Storie Italiane. “Era ricoverato lì da 16 giorni – ha spiegato Massimiliano -. Lo abbiamo portato al pronto soccorso di Vercelli perché hanno rilevato la presenza di larve nella cannula. Le larve erano abbastanza grosse, non erano state appena depositate e quindi penso che fosse da qualche giorno che non lo pulivano o non gli disinfettavano la trachea. Addirittura aveva il filtrino della tracheotomia pieno di larve, quindi lui respirava larve”.

Le cause della morte, secondo i figli, sono da imputare alle negligenze della struttura. La vittima era “al caldo nel mese di luglio. Senza zanzariere, con la finestra aperta e con il sole in faccia. Così era la sua camera. Accanto c’era un corridoio con i poveri malati di Alzheimer che fumavano tranquillamente. La retta era di 104 euro al giorno, tremila e più euro al mese. Presentando il reddito ci avevano riconosciuto un 50%. Quindi 52 euro li mettevamo noi e l’altra metà la sanità pubblica, lo Stato”.

L’uomo ha sofferto inutilmente

Infine, Massimiliano e Maria concludono dicendo: “Lo hanno fatto soffrire 15 giorni inutilmente, legato come un animale feroce. Lo tenevano sempre legato perché era capitato che si strappasse la Peg. Era stato già un anno in un’altra struttura di riabilitazione: sappiamo che c’erano altri sistemi, non serviva legarlo a 5 centimetri dalla sponda del letto. Bastava una panciera che coprisse il tubicino della Peg. A Borgo d’Ale non ce l’avevano, l’ho acquistata e l’ho portata. Il giorno dopo, addirittura, la panciera che ho portato non c’era più”.

La struttura ha replicato alle cause attraverso il proprio legale, sempre ai microfoni del programma. “Il consulente del pubblico ministero ha escluso nella maniera più assoluta che il decesso del signor Donadoni fosse ricollegabile a presunte negligenze della struttura. Le larve? Sono situazioni che succedono spessissimo e non è neppure certo che si siano formate presso la struttura ‘La Quercia’. Basta aprire una finestra, entra un insetto… sono situazioni che capitano”.