Andrea Tripoli, sindaco di San Ferdinando (RC) ha disposto lo sgombero della tendopoli ospitante i migranti localizzati nella zona della Piana di Gioia Tauro; l’accampamento, non considerato sicuro, ha visto nel corso dell’ultimo anno il verificarsi di diversi incendi che hanno causato tre morti tra i migranti residenti. Lo smantellamento del campo, disposto tramite ordinanza tradotta in francese, inglese e arabo, è stata recapitata a tutti i mille migranti che vivono nella tendopoli; per opporsi allo sgombero, sarà necessario, come riporta Repubblica, rivolgersi al Tar della Calabria entro 60 giorni o direttamente al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, entro 120 giorni.
Il commento del Viminale
Il ministero dell’Interno garantisce che a ogni extracomunitario con permessi in regola, verrà garantita una sistemazione presso associazioni, centri di accoglienza previsti dalla legge o presso una tendopoli allestita dalla regione; proprio per questo motivo, in queste ore sono in corso controlli a tappeto per accertare la validità della documentazione degli immigrati.
Il testo dell’ordinanza
L’obiettivo dello sgombero, come si legge nel testo, sarebbe: “la bonifica e alla demolizione di quanto intorno alla tendopoli è stato abusivamente realizzato”. “Visto che la baraccopoli risulta nuovamente ‘edificata’ e popolata abusivamente; che permangono ed anzi risultano peggiorate le condizioni di vivibilità dell’area interessata dalla vecchia tendopoli (baraccopoli); che negli ultimi 14 mesi si sono ripetuti gravi incendi, di natura dolosa o più probabilmente causati da stufe e accessori di fortuna utilizzati per riscaldarsi, che hanno causato la morte di tre ospiti e aggravato le condizioni di insalubrità dell’intera area, contribuendo ad esasperare gli animi degli immigrati che gravitano; al fine di scongiurare gravi danni alla salute ed all’incolumità pubblica, è necessario ed urgente rendere l’area libera da persone e cose per poter consentire l’immediata rimozione dei rifiuti presenti, l’abbattimento delle vecchie tende e baracche e la successiva bonifica e sanificazione dell’area“.