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Zungri, alunni maltrattati in classe: obbligo di dimora per 2 maestre

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Alcuni bambini di prima elementare non vogliono tornare a scuola. Le telecamere nascoste riprendono i comportamenti di due maestre.

Comportamento non solo differente dai compiti educativi alla base del lavoro di insegnante, ma anche avulso dai comuni principi di educazione e buon senso. E’ con queste motivazioni che il gip del Tribunale di Vibo Valentia ha avallato la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza chiesta dalla Procura nei confronti di due maestre di una scuola primaria di Zungri (Calabria).

Un clima di intimidazione

La misura cautelare è stata notificata nella mattinata di mercoledì 14 marzo 2019. A riceverla due insegnanti di 65 e 51 anni, a cui viene contestato il reato di maltrattamenti posto in essere nei confronti degli alunni di una prima elementare. Le due maestre sono state inoltre sospese dal servizio. L’indagine è stata avviata dai Carabinieri di Zungri a seguito di esposti da parte di alcuni genitori, iniziati nel novembre 2018.

Le madri lamentavano il fatto che i figli tornavano a casa con le guance arrossate, come riporta la gazzettadelsud.it, e chiedevano di non tornare più a scuola. All’interno della classe è stata quindi installata una telecamera nascosta, che ha ripreso i comportamenti delle due maestre nei confronti dei piccoli studenti per circa due mesi, fino a gennaio 2019.

In base alle accuse, le due donne facevano ricorso a violenza fisica e psicologica per farsi ubbidire dagli alunni, attraverso urla, minacce, insulti e percosse. Per la Procura il clima generale in classe era quindi quello dell’intimidazione e della soggezione.

Il Garante: “servono telecamere in classe”

“Il fenomeno relativo a maltrattamenti di bambini a scuola fa, indiscutibilmente, statistica. Sempre più spesso si è costretti a registrare violenze psicologiche o fisiche a danno degli alunni in tutta Italia, eppure non si riesce a conferire ad esso la priorità dovuta, limitandosi a parlarne con l’ausilio di slogan ad effetto privi di efficacia” osserva Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.

“Da troppi anni – prosegue il Garante – si parla di quest’onta sociale gettata da pochi su una professione che molti praticano con impegno e dedizione, in tv, sui giornali, alla radio. Di fatto, niente si muove. Telecamere in classe od altri provvedimenti restano solo in aria, mentre l’emergenza si fa sempre più incalzante, rischiando di normalizzare il tutto per assuefazione, quand’invece non è normale, né accettabile, che il santuario dell’educazione dei bambini e degli adolescenti per eccellenza si trasformi in un incubo”.