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Sputa contro un manifesto di Matteo Salvini, il gip: non è un reato

Salvini manifesto

Un 26enne sputa contro un manifesto di Salvini e viene indagato per vilipendio. Il gip chiarisce: "Il gesto era rivolto all'uomo e non al ruolo".

Sputare contro un manifesto di Matteo Salvini non è reato. A stabilirlo il gip del tribunale di Torino, che ha accolto le motivazioni della Procura la quale chiedeva l’archiviazione del caso. A finire nei guai era stato un 26enne di Villastellone, in provincia di Torino, che il 9 febbraio 2019 si era avvicinato ad un banchetto della Lega durante una raccolta firme lanciando uno sputo contro un manifesto con la foto del ministro dell’Interno.

Sputo non contro il ministro ma l’uomo

Il gesto era stato anche filmato e diffuso in rete, con un esponenente leghista che aveva bollato il contestatore come un “fenomeno di sinistra”. Ma la vicenda non si era fermata lì perché, chiamati i Carabinieri, il 26enne era stato indagato per vilipendio a un organo dello Stato.

A seguito delle indagini, però, per la Procura il fascicolo andava archiviato, trovando di parere favorevole anche il giudice per le indagini preliminari di Torino. Nelle motivazioni che hanno portato alla chiusura del caso, infatti, si legge che per quello sputo non esiste alcuna ipotesi di reato.

E di sicuro non si tratterebbe di vilipendio perché “il gesto è rivolto all’uomo e non al ruolo che in quel momento ricopre Matteo Salvini, e dunque non all’incarico di ministro dell’Interno”, viene chiarito.

“Solo propaganda”

Soddisfatta la difesa del 26enne, che commenta come riporta repubblica.it: “Condividiamo pienamente le argomentazioni giuridiche alla base della decisione del Tribunale”. Gli avvocati Andrea Castelnuovo e Frediano Sanneris ci tengono poi a precisare: “Il punto, però, è che non si può utilizzare la via del processo penale a fini di propaganda e confronto politico, anche perché questo comporta oneri e costi per l’amministrazione della giustizia”.