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Sofferenza dei polli: occorre alzare subito gli standard

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La situazione globale degli allevamenti di polli è in continuo peggioramento. Occorre ridefinire gli standard minimi di vita.

In Italia vengono allevati ogni anno più di 500 milioni di polli (più di 50 miliardi a livello globale) e il settore è destinato a crescere in modo esponenziale anche nei prossimi anni. Si stima che nel 2020 sulle tavole del mondo si mangeranno più carni di pollo rispetto a quelle di maiale. Per combattere le condizioni di vita inaccettabili di questi animali, Animal Equality e diverse aziende italiane si stanno attivando con interventi a livello europeo.

Le pessime condizioni degli allevamenti

Animal Equality ha condotto diverse inchieste per mettere in luce la gravità della situazione all’interno degli allevamenti di polli italiani e del mondo. Nel 2018, ad esempio, sono state raccolti immagini e video con il tema “Pollo 100% italiano”. In molti stabilimenti questi animali vivono stipati in strutture troppo piccole per accoglierli e vengono selezionati geneticamente per crescere a livello muscolare con una rapidità che non sono in grado di sostenere. L’ambiente in cui crescono è sporco e insalubre, il cibo che ricevono è insufficiente per mantenerli in condizioni sanitarie adeguate. Infine, una volta giunti al macello moriranno molto spesso ancora coscienti. Animal Equality è convinto che i cambiamenti possono partire anche dal basso: le aziende che fanno uso di carne di pollo possono cominciare a fare la differenza.

European Chicken Commitment

L’European Chicken Commitment è un documento che contiene una serie di misure concrete volte a ridurre la sofferenza delle centinaia di milioni di polli allevati in Europa. La richiesta è stata stilata da 26 organizzazioni per la protezione degli animali attive in tutto il continente e intende rivolgersi soprattutto alle aziende del settore agroalimentare. La richiesta prevede la stesura di nuovi standard minimi per i polli coinvolti nella loro filiera, che dovranno essere applicati non oltre il 2026.
Animal Equality, per combattere la sofferenza di questi animali, propone di cambiare le razze: quelle ora utilizzate non garantiscono uno sviluppo equo del corpo di questi volatili e generano numerose problematiche ossee e cardiovascolari. Un altro passo possibile è investire nell’espansione degli stabilimenti adibiti ad allevamento, migliorando anche la qualità dell’aria e la pulizia degli ambienti. Infine, riguardo la macellazione è prevista l’introduzione di metodi di stordimento più efficaci, per evitare un’inutile agonia a questi animali..

Commenti all’iniziativa

Sono tante le personalità che si sono espresse riguardo la questione: a partire dalle organizzazioni per la protezione animali fino ai consumatori stessi. Infatti, il prezzo da pagare verterà su tutti coloro che consumeranno carne di pollo nei prossimi anni. Diverse aziende hanno già dato la loro adesione al progetto. Tra queste figurano Marks & Spencer, Nestlé, Unilever e, ultima in ordine temporale, IKEA.
«Tutto questo è necessario ed urgente perché la domanda di carne di pollo continua ad aumentare, e l’industria attualmente non garantisce a questi animali standard di vita accettabili» spiega Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia. «Il nostro Dipartimento di Sensibilizzazione Aziendale è attivo anche per convincere le aziende ad adottare nuove politiche che rieducano la sofferenza dei polli. Abbiamo già ottenuto dei risultati importanti con la firma da parte di IKEA di una policy che aderisce alle richieste europee, ma non ci fermeremo qui» conclude Cupi.