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Katia Tondi, uccisa in casa, il marito: "Sono innocente"

katia fondi

Sono passati 6 anni, ma rimangono molti dubbi sulla morte di Katia Tondi. Il marito: "Sono innocente".

Katia Tondi è morta a 31 anni il 20 luglio 2013. E’ stata strangolata nella sua casa nel casertano. A chiamare i soccorsi è stato il marito, Emilio Lavoretano: “Quando l’ho trovata, era già senza vita” ha detto per difendersi dalla possibile condanna per omicidio. Al momento del ritrovamento, la casa era sottosopra, mancavano alcuni gioielli e la fede nuziale, non soldi. L’autopsia aveva confermato la morte per strangolamento tramite un corda sottile.

Morta senza difendersi

Dall’autopsia non sono emersi segni di lotta. Il dramma quindi è avvenuto in pochissimo tempo senza che la vittima avesse tempo di difendersi. Le indagini sono state avviate nell’immediato e il primo ad essere coinvolto è stato proprio il marito, Emilio. Impiegato in un’officina che vende ricambi di gomme per auto, è stato da tutti descritto come una persona tranquilla. A suo carico le forze dell’ordine non hanno trovato nulla, se non alcune voci di paese riguardo presunte relazioni extraconiugali intrattenute con donne sposate. Sembra inoltre, stando a quanto riferito dalla madre di Katia, che la donna fosse a conoscenza dell’infedeltà del compagno. Quest’ultimo nega tutto e si professa innocente: quella sera sarebbe uscito per fare la spesa, e al suo ritorno Katia era già morta. A confermare la sua versione ci sarebbe lo scontrino degli acquisti, ma rimangono comunque ombre sull’ora della morte. L’autopsia ha stabilito che la donna sarebbe morta attorno alle 20, mentre alcuni periti credono che il delitto possa essere avvenuto tra le 18 e le 19. Se così fosse, l’alibi del marito decadrebbe.

Il processo

Nel corso di un approfondimento, la trasmissione Quarto Grado ha analizzato la telefonata al 118 fatta quella sera da Emilio Lavoretano. Una volta rincasato, l’uomo avrebbe trovato la donna senza vita e avrebbe quindi avvertito i soccorsi: “Pronto, pronto, buonasera, al Parco Laurus a San Tammaro, sta mia moglie a terra”, poi piangendo avrebbe farfugliato una serie di parole incomprensibili ad un primo ascolto. A quel punto, nel corso dell’analisi, l’audio è stato rallentato ed è stata colta una frase che suona come: “Sono stato io“. Intanto, a sei anni di distanza, il processo è giunto alla fase finale, anche se rimangono ancora grandi dubbi sulla morte della donna. Non è stato individuato un movente e non è stata ritrovata l’arma del delitto, così come non è chiaro quanto abbiano pesato le infedeltà dell’uomo nel rapporto tra marito e moglie.