> > Frosinone, paura nella Curia: migrante sequestra 15 persone

Frosinone, paura nella Curia: migrante sequestra 15 persone

polizia

Un ghanese di 25 anni con "problemi psichici" ha sbarrato l'uscita della Curia di Frosinone: prima di poter andare via le persone dovevano pagare.

Momenti di paura nella sede della Curia vescovile di Frosinone, dove nel pomeriggio di mercoledì 27 marzo 2019 un ghanese di 25 anni ha sequestrato per alcune ore 15 persone. “Datemi soldi o nessuno esce” ha più volte intimato l’uomo.

Il sequestro in Curia

Il gruppo di sequestrati stava andando via dopo una riunione quando, una volta giunti in cortile, hanno visto il cancello chiuso e sbarrato con dei cassonetti dei rifiuti. Accanto alle loro auto c’era un uomo che pretendeva denaro in cambio della liberazione.

Sul posto però poco dopo si è fermata una pattuglia di una volante della Questura di Frosinone, che stava sorvegliando la zona. Quando i poliziotti hanno fatto irruzione, il 25enne ghanese, un richiedente asilo e senza fissa dimora, ha opposto resistenza e per tentare la fuga ha colpito gli agenti con calci e pugni.

Una volta bloccato, l’uomo è stato denunciato per sequestro di persona ai fini dell’estorsione, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale.

“Ha problemi psichici”

Dopo aver ringraziato le forze dell’ordine, la Curia in una nota ha spiegato che “l’uomo di nazionalità ghanese, responsabile dell’episodio, ospite in passato di un centro di accoglienza della nostra diocesi, ne era stato allontanato dopo aver manifestato problemi psichici“, come riporta l’agenzia di stampa Sir.

Dopo un periodo trascorso a Trapani in una struttura a lui adeguata “l’uomo, per motivi a noi ignoti, è stato dimesso e si è ripresentato il 27 marzo in maniera inaspettata nella sede centrale della Caritas, dove si stava svolgendo una riunione”.

La diocesi quindi “conoscendone il disagio psichico, esprime dispiacere per quanto subito dai suoi operatori, i quali fortunatamente non hanno subito violenze, e auspica che il soggetto in questione sia messo in condizione di non ripetere più atti ostili o minacciosi”.