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Prato, Prof incinta dell'alunno 14enne: spuntano le chat

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Emergono le chat e gli sms che l'infermiera-prof e il giovane 14enne di Prato si scambiavano circa la loro relazione segreta.

“Oggi stesso andrò dall’avvocato per avviare le pratiche di separazione, sei contento?”. Parlava così la donna di Prato indagata per abusi su minore, di quando lui e il suo “amore proibito” sarebbero stati “più grandi” e di un futuro insieme: “Quanti figli pensi di volere?”. Emergono nuovi dettagli inquietanti dalle ben 175 pagine di chat depositate agli atti dell’inchiesta che ha portato ai domiciliari l’infermiera 31enne di Prato accusata di atti sessuali con un minore di 14 anni e violenze indotte. Dal 2017 la donna ha avuto una relazione con il 14enne, dal quale ha avuto anche un figlio. Nell’ordinanza si legge che la donna ha “soggiogato” l’adolescente costringendolo a portare avanti la relazione malata anche con il ricatto, minacciandolo che si sarebbe suicidata in caso di rifiuto.

Le chat hanno incastrato la donna

“Sto meglio perché so che mi ami”, scrive la donna al ragazzino e, commentando il futuro divorzio, chiede: “Sei contento?”. Il giovanissimo risponde “forse è più intrigante se resti con tuo marito” e a quel punto l’infermiera si altera e lo accusa di volerla solo come amante. L’adolescente replica allora che non sa “come si evolveranno le cose”, non sa se avranno “una relazione stabile”. La donna si arrabbia e il giovane, allarmato, si giustifica: “Era solo una riflessione”. Poi, alle 22.08, la donna dice di avere “ripreso lo Xanax” e di aver “paura di morire durante la notte”.

I comportamenti sospetti

La titolare della palestra frequentata sia dal 14enne vittima di abusi, che dal figlio maggiore della donna, ha raccontato agli inquirenti di avere notato più di una volta, e in particolare una sera, “comportamenti sospetti”. “Una sera sono entrata nello spogliatoio dei bambini, utilizzato sia da maschietti che da femminucce accompagnati dai genitori – spiega la donna – ho visto quella donna appoggiata alla colonna del muro delle docce, che parlava con il quindicenne, mentre lui si faceva la doccia. Non distoglieva lo sguardo dal suo corpo. Dopo quell’episodio dissi a lui di trasferirsi nello spogliatoio degli uomini”. “All’uscita, dopo che suo figlio si era cambiato, lei aveva l’abitudine di rientrare nello spogliatoio, lasciando il piccolo sulla panca. Puntualmente, andava via quando usciva anche il quindicenne”.