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Lamezia Terme, maltrattamenti a bambini di una scuola dell’infanzia

Lamezia Terme

Un'insegnante e una collaboratrice scolastica sono ritenute responsabili di maltrattamenti aggravati nei confronti gli alunni di una scuola d'infanzia

Maltrattamenti psicologici e fisici. Schiaffi, strattoni, insulti. Bambini legati alle sedie con lo scotch e infanti umiliati e derisi. Piccoli innocenti lasciati senz’acqua per giornate intere. Ma anche percosse, trascinamenti, calci, colpi dietro la nuca. Corpicini gracili e indifesi spinti contro i muri e spesso strattonati per mano di chi dovrebbe proteggerli, accudirli, riempirli d’affetto incondizionato.

Da Bari a Busto Arsizio, da Milano a Napoli. Al centralino dell’associazione La Via dei Colori Onlus di Pistoia arrivano segnalazioni ogni giorno. Lo scorso anno tra richieste di aiuto, di consulenze e denunce sono stati 5 mila i contatti con l’associazione giunti da tutta Italia, una media di 13 al giorno. Così riporta un’inchiesta de Il Secolo XIX.

I maltrattamenti sui piccoli degli asili nido e della scuola dell’infanzia sono in crescita. Gesti inconcepibili che continuano a verificarsi, sempre a danno dei più deboli, di coloro che si vedono impossibilitati a difendersi ed opporre resistenza. Ancora una volta, emerge la necessità di prendere misure di sicurezza, installando telecamere negli asili e nelle case di riposo per anziani. Questa volta è successo a Lamezia Terme, dove un’insegnante e una collaboratrice scolastica sono finite in manette. Le due avrebbero rispettivamente 59 e 63 anni. Su di loro grava l’accusa maltrattamenti aggravati nei confronti degli alunni di una scuola dell’infanzia di un quartiere lametino.

Lamezia Terme, indagini sui maltrattamenti

Personale del Commissariato di Lamezia ha così arrestate le due dipendenti, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP di Lamezia Terme, Emma Sonni. Così fa sapere il sito Lametino.it. Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, e dal Sostituto, Emanuela Costa, hanno avuto inizio a seguito delle denunce sporte separatamente da due madri che avevano riferito ai poliziotti lametini il sospetto che i loro figli, alunni della scuola dell’infanzia incriminata, fossero vittime di maltrattamenti perpetrati per mano di un’insegnante.

Gli accertamenti effettuati dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato hanno confermato quanto denunciato dalle madri. Inoltre, hanno consentito di acquisire ulteriori elementi circa i maltrattamenti ai danni dei bambini. In questo modo, le indagini hanno rivelato che le violenze venivano commesse non solo dal’insegnante sospettata, ma anche da parte della collaboratrice scolastica. Dalla visione e dall’ascolto dei filmati è stato possibile far luce sulla questione, riscontrando un clima di terrore che la maestra imponeva nell’aula, con urla spropositate ed immotivate, punizioni esemplari, percosse e frasi offensive. Così riporta ancora il sito locale.

I video delle telecamere

L’attività tecnica che ha consentito di accertare il caso si è protratta per quasi due mesi. I poliziotti dell’Ufficio Anticrimine hanno ripreso in diverse immagini i piccoli alunni mentre venivano costretti a rimanere immobili, seduti su di una panca. Intanto la maestra gli urlava contro o sbatteva con forza una bacchetta di legno sulla cattedra. In questo modo, i bambini, spaventati dalla situazione, non azzardavano a muoversi. Le indagini hanno documentato la maestra mentre strattonava da un braccio una bimba e mentre un altro bimbo per punizione veniva costretto a stare in piedi ed esposto al sole dinanzi alla finestra. Queste punizioni disumane duravano lunghi periodi di tempo, spesso superiori ai 30 minuti, e avvenivano anche più volte nell’arco di una stessa mattinata.

Il complesso delle indagini ha fatto emergere il ricorso sistematico alla violenza, sia psicologica sia fisica, a danno degli allievi a loro affidati. Si tratta di bimbi di età compresa fra i 3 e i 5 anni. Così informa Lametino.it. Costretti a mangiare, picchiati e minacciati, gravi ed immotivate punizioni inflitte agli allievi, costretti a stare seduti o isolati dagli altri compagni. Questo il brutale modus operandi delle insegnanti.

Le prove raccolte, a seguito della lunga e complessa attività di indagine svolta dal Commissariato di Lamezia Terme, hanno indotto la Procura della Repubblica a chiedere l’emissione di idonea misura cautelare che, disposta dal Gip, è stata eseguita nel tardo pomeriggio di venerdì 29 marzo.