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I due cani che uccisero un bimbo di 18 mesi sono stati adottati

dogo argentino

Dopo aver ucciso un piccolo bimbo di soli 18 mesi, Macchia ha affrontato un percorso di riabilitazione ed è stato adottato da una famiglia.

Una decisione che fa molto discutere quella che ha visto come protagonisti Asia e Macchia, due esemplari di Dogo Argentino. Infatti, i due cani hanno assalito e ucciso un piccolo bambino di un anno e mezzo nell’estate del 2016 a Mascalucia, in provincia di Catania. I due animali furono anche rei di aver azzannato la madre di Giorgio, la quale stava cercando di sottrarre il figlio dalle grinfie dei due.

Asia e Macchia, dopo l’aggressione al piccolo, non sono stati soppressi come è consuetudine fare, anzi ora sono stati inseriti in un programma di rieducazione.

La rieducazione

Dopo la fatale tragedia i due cani sono stati inizialmente ospitati presso un canile in Sicilia. Grazie all’intervento di alcune associazioni come LAV ed ENPA sono stati inseriti in un programma specializzato di riabilitazione presso la struttura di Rovereto gestita dell’associazione Arcadia.

“Come spesso capita, terminato il clamore mediatico, che al tempo fu di livello nazionale vista la gravità dei fatti, gli animali vengono dimenticati. Ebbene, quei due cani hanno continuato a vivere e hanno potuto fare un percorso con noi. Li abbiamo presi in carico a giugno 2018 e, valutata la possibilità di un reinserimento sociale, abbiamo iniziato con loro un percorso. Abbiamo ritenuto opportuno mandare a casa Asia, dopo aver fatto circa 6 mesi di affiancamento con i nuovi adottanti. Si tratta ovviamente di un’adozione consapevole e responsabile, chi ha adottato Asia è stato informato di ciò che era accaduto”, ha raccontato Pierluigi Raffo, presidente di Arcadia.

Anche Macchia ha ultimato con successo il percorso di riabilitazione ed è stato adottato da una famiglia: “L’episodio che ha visto protagonisti questi due dogo non può essere unicamente archiviato come cronaca, ma aprire orizzonti educativi e culturali, per applicare quanto richiesto dalle leggi e dalle normative. Serve educare al rispetto di specie differenti per garantire il benessere e la salute di entrambe, nonché la sicurezza pubblica”, ha affermato Raffo.