> > Venezia, inizia sciopero della fame e interrompe chemio per protesta

Venezia, inizia sciopero della fame e interrompe chemio per protesta

mamma disperata sfrattata

In Italia dal 2005, Liliana vive una situazione molto difficile: per questo ha deciso di fermare la chemio e iniziare lo sciopero della fame.

Liliana Vasilache è nata in Romania ma vive da anni a Marghera, località in provincia di Venezia. Madre di tre figli di 16, 17 e 27 anni, la sua vita è piena di episodi sgradevoli che solamente chi possiede coraggio e grande forza di volontà può affrontare.

“La mia è la storia di una mamma disperata, al punto che ho cominciato uno sciopero della fame e della chemio a cui mi sto sottoponendo nella speranza che qualcuno potesse aiutarmi” dice la donna. Arrivata in italia nel 2005, due anni dopo si innamora di un uomo che sposa nel 2011. Per un paio d’anni è andato tutto bene, poi qualcosa ha iniziato ad andare per il verso sbagliato. Stando a quanto riportato da FanPage, Liliana racconta che il marito “tornava a casa nervoso, irritato, cercando sempre motivi di litigio e usando violenza fisica e verbale, anche davanti ai miei figli più piccoli, che nel 2014 si sono trasferiti in Italia dalla Romania. L’ho denunciato 4 volte”.

Nel 2016 l’uomo è stato anche arrestato, ma in seguito subito rilasciato con diffida di allontanamento. Dopo questo episodio è andato in banca dicendo che non intendeva più pagare il restante mutuo di 112mila euro della casa.

Lotta contro un tumore

Nel 2010 a Liliana viene diagnosticato un tumore mammario in metastasi ossea con multipli crolli vertebrali. “Mi avevano dato due mesi – racconta Liliana a FanPage -. In quel momento mi è passata tutta la vita davanti agli occhi. Ho pensato subito ai miei tre figli, che all’epoca erano in Romania con mia madre. Non avevo voglia di fare nulla, né di mangiare né di lavarmi. Poi ho capito che dovevo tirare fuori tutta la forza che avevo e lottare per i miei ragazzi. E così ho fatto”.

La casa è all’asta

A Gennaio 2019 l’istanza di pignoramento si è chiusa, disponendo la vendita dell’immobile all’asta per soli 68mila euro. La maggior parte delle rate sono state pagate da Liliana, ma secondo la legge italiana la donna non ha alcun titolo, in quanto il mutuo è stato fatto solo a nome del marito, 2 anni prima di conoscersi.

Liliana e i figli hanno come unico reddito la pensione di invalidità totale, con inabilità lavorativa, della donna: “Ora mi trovo malata, sola e con uno sfratto esecutivo sulle spalle. A volte non mi vergogno di dire che non ho soldi neanche per fare la spesa, per non dire per pagare le bollette arretrate. Mi sento abbandonata da tutte le istituzioni – continua Liliana- per questo ho deciso di protestare e non mi fermerò finché non verrò ascoltata, finché non avrò la certezza di un tetto sicuro per me, ma soprattutto per le mie creature”.