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Stupro nella Circumvesuviana, scarcerato anche il terzo ragazzo

Stupro stazione circumvesuviana, tre fermi

Il Tribunale del Riesame di Napoli annulla la terza custodia cautelare in carcere. A piede libero tutti e tre i presunti violentatori della 24enne.

Scarcerato anche il terzo presunto violentatore della 24enne che ha denunciato uno stupro di gruppo nella stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano (Napoli). Per la difesa degli indagati non ci sarebbe stata nessuna “coercizione”. La ragazza confessa: “Vivo nella paura che possa succedere di nuovo”.

Libero il terzo indagato

“Mi ha spinta dentro l’ascensore, mi ha girata e mi ha slacciato i pantaloni. Non riuscivo neanche a urlare. Ero paralizzata dalla paura. Sembrava arrabbiato contro il mio corpo” ha raccontato a Quarta Repubblica la 24enne che ha denunciato lo stupro di gruppo nella stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano.

La ragazza racconta anche dell’arrivo degli altri due ragazzi. “Erano già pronti appena si sono aperte le porte – ricorda – Avevo i pantaloni abbassati e io ho iniziato a dire ‘basta’”.

Per il Tribunale del Riesame di Napoli però i tre presunti violentatori possono tornare a piede libero. Dopo la scarcerazione del 18enne Alessandro Sbrescia e del 19enne Antonio Cozzolino esce di prigione infatti anche Raffaele Borrelli. Al pari degli altri due, annullata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

“Dopo li ho anche salutati”

C’è quindi grande attesa nel conoscere le motivazioni di queste sentenze, che di fatto sembrano ribaltare l’assunto della Procura in merito alla violenza sessuale di gruppo. La difesa dei ragazzi sostiene infatti che in base alle immagini delle telecamere, la 24enne non sarebbe stata obbligata ad entrare in ascensore.

A Quarta Repubblica è la stessa giovane ad ammette di aver persino salutato i tre prima che questi si allontanassero, ma solo perché, dice, “avevo paura che mi picchiassero”. Dopo le prime due scarcerazioni la ragazza aveva confessato di sentirsi sola e di aver avuto dubbi sulla scelta fatta di denunciare, ed ora rivela anche: “Vivo nella paura che possa succedere di nuovo”.