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Morto Vincenzo Mancini, padre della catena di negozi Cisalfa

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L'annuncio della famiglia sui giornali nazionali. L'imprenditore aveva lanciato il marchio Cisalfa, una delle catene sportive più note del paese.

É deceduto a soli 65 anni Vincenzo Mancini, l’imprenditore che assieme al fratello Maurizio – fondando il gruppo Cisalfa – ha contribuito a fare la storia dei negozi di abbigliamento sportivo in Italia. Un’avventura iniziata alla fine degli anni’70, quando i due fondarono a Tivoli – vicino Roma – il loro primo negozio di articoli sportivi, Sportland. La sua famiglia, originaria di Roma, per rendere omaggio a Vincenzo ha acquistato diverse pagine sui principali quotidiani italiani, attraverso i quali ha lanciato l’ultimo saluto a Vincenzo.

Una brillante carriera imprenditoriale

L’imprenditore, alcuni anni dopo aver aperto il negozio romano si era trasferito al nord, secondo lui più propenso alla moda casual e all’attrazione dei grandi marchi sportivi. Mancini nel corso della sua attività si è poi dedicato al tentativo di consolidare il mercato. Evolutosi enormemente negli ultimi anni, passando dai piccoli negozi di settore allo stravolgimento dettato dall’affermazione dei servizi di vendita on line. Un settore nel quale Cisalfa Sport appare al momento essere però rimasta indietro, considerato la bassa incidenza dell’e-commerce nel fatturato annuo della società.

La nascita del marchio Cisalfa

Il gruppo prese il nome attuale quando nel 1988 procedette all’acquisto dell’insegna riportante il Marchio Cisa-Viscosa, arrivando ad aprire una decina di negozi nella sola capitale.

Nel 1994 il salto, con l‘acquisto di venti negozi situati in nord Italia, concentrandosi in particolar modo in Lombardia. E portando sui suoi scaffali i grandi nomi della moda sportiva, come Nike, Fila, Puma e Adidas.

Nel 2006 aveva venduto la maggioranza della società ad un private equity fund, che aveva visto nella sua catena una buona opportunità di investimento. Una decisione sulla quale è però in seguito ritornato, quando il gruppo è entrato in difficoltà. Mancini ne aveva quindi ripreso il controllo, riuscendo a risanarla nel giro di quattro anno. Un gruppo che può oggi contare su 140 punti vendita sparsi in tutta Italia, e che da lavoro a 2500 persone.