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Prima notte in carcere per la madre del bimbo ucciso a Cardito

Notte in carcere per mamma bimbo ucciso a Cardito

Valentina Casa è accusata di omicidio aggravato, tentato omicidio e maltrattamenti nei confronti dei figli.

Valentina Casa, la madre del bimbo ucciso a Cardito, ha trascorso la sua prima notte nel carcere “Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli”. Una notte di silenzio e di lacrime, si apprende da Fanpage. La donna, una volta giunta nel penitenziario, è stata visitata da un medico e subito destinata alla sua cella, in una zona riservata a detenute nella sua stessa condizione, per garantirne l’incolumità. Il suo arrivo, infatti, sembra non sia stato ben accolto dalle prigioniere comuni e per questo motivo, nonostante non sia sorvegliata a vista dalle guardie, sono state disposte speciali precauzioni che ne impediscono la vita comune con le altre detenute.

Il suo arrivo in carcere

Più accoglienti sono state le sue compagne di cella, che le hanno donato una maglia. Altri vestiti le sono stati regalati da membri del personale. Diversi testimoni hanno dichiarato che Valentina è silenziosa, parla poco e solo quando interpellata. Trascorsa la sua prima notte in carcere, la mattina seguente è stata subito ascoltata dalle psicologhe del penitenziario, che l’hanno definita una donna provata dall’accaduto. Nel corso della giornata ha ricevuto una visita di Samuele Ciambriello, il Garante dei detenuti della Regione Campania. Ciambriello si trovava nella Casa Circondariale per assistere a una rappresentazione teatrale e, al termine dello spettacolo, ha voluto parlare con le detenute.

Le accuse a carico della madre

Valentina Casa è stata arrestata la mattina di giovedì 11 aprile, su disposizione della Procura di Napoli Nord. L’arresto, ordinato dal procuratore Francesco Greco, è stato eseguito dagli agenti della Squadra Mobile e del commissariato di Afragola. La donna è accusata di essere responsabile per la morte di Giuseppe, il figlio di 8 anni morto a Cardito in seguito a una violenta aggressione da parte del patrigno Tony Essobti Badre. Ferita anche la sorella maggiore. Gli inquirenti sostengono che Valentina avrebbe assistito al pestaggio senza in alcun modo intervenire in difesa dei bambini. Le sono state contestate l’accusa di omicidio aggravato da futili motivi, dalla crudeltà e dall’abuso delle relazioni domestiche per il piccolo Giuseppe, e quella di tentato omicidio per la primogenita, con le medesime aggravanti. A ciò si aggiunge l’accusa di maltrattamento aggravato nei confronti di tutti e tre i figli.